repubblica.it, 29 luglio 2025
Blitz della maggioranza sui contratti a termine degli interinali. Il limite sale fino a 48 mesi
La maggioranza riscrive le norme sui contratti a termine dei lavoratori interinali. Lo fa con un emendamento dei relatori al decreto Economia che in queste ore è all’esame della commissione Bilancio del Senato. Ecco il blitz firmato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia: l’agenzia interinale può “prestare” il lavoratore assunto a tempo indeterminato a un’azienda per un periodo fino a 48 mesi. Il limite è attuale è di 24 mesi.
Cosa prevede l’emendamento
La proposta di modifica interviene su uno dei decreti legislativi del Jobs Act (n.81 del 2015), la riforma del mercato del lavoro del governo Renzi.
Nello specifico prevede che nel caso in cui il lavoratore sia assunto a tempo indeterminato dal somministratore (l’agenzia interinale ndr), lo stesso “può essere inviato in missione a termine, presso un medesimo utilizzatore, per lo svolgimento di mansioni riconducibili al medesimo livello e alla medesima categoria legale, per un periodo complessivo, non superiore a trentasei mesi”.
Il limite sale a 48 mesi se l’utilizzatore (l’azienda ndr) impiega il lavoratore assunto a tempo indeterminato dall’agenzia interinale per la prima volta.
L’emendamento, infatti, recita così: “Qualora l’utilizzatore impieghi, nell’ambito di somministrazioni di lavoro a tempo determinato, il lavoratore assunto a tempo indeterminato dal somministratore senza che l’utilizzatore abbia intrattenuto con il medesimo lavoratore precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato anche nell’ambito di somministrazioni di lavoro a tempo determinato con il lavoratore assunto a tempo determinato dal somministratore, il periodo complessivo può essere elevato a 48 mesi”.
Le nuove norme sono retroattive. Decorrono, infatti, dal 12 gennaio 2025.
La protesta delle opposizioni
Pd e 5 stelle protestano contro il governo. Durante l’esame del decreto in commissione, le opposizioni hanno chiesto all’esecutivo di ritirare l’emendamento. “Di fatto è una piccola riforma del lavoro in somministrazione peraltro retrodatata: l’emendamento non fa altro che aumentare la precarietà del lavoro, creando più lavoro povero e meno sicuro”, dice il capogruppo dem in commissione, Daniele Manca.
Ciriani: “Valutiamo se inserire l’emendamento in un altro decreto”
Interpellato a margine dei lavori in commissione è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a spiegare che l’emendamento potrebbe essere ritirato: “Valutiamo, magari può essere inserito insieme ad altri argomenti legati al mondo del lavoro” in un altro provvedimento.
Il riferimento del ministro è all’emendamento, a firma Salvatore Pogliese (Fratelli d’Italia), che cancella le violazioni retributive fino al 2020 per le aziende con più di 15 dipendenti. La proposta di modifica era stata agganciato al decreto sull’ex Ilva, ma era stato poi ritirato durante l’esame in Parlamento.