corriere.it, 28 luglio 2025
Treviso, la brioche tagliata a metà con sovrapprezzo di 10 centesimi diventa un caso. Il titolare: «Le critiche? Così garantiamo qualità»
Può una brioche tagliata a metà diventare un caso? A quanto pare sì, visto quanto successo alla pasticceria Audrey in Piazza Grande a Oderzo (Treviso), dopo che una cliente, andata a fare colazione con la madre, ha dovuto pagare il “brutal sovrapprezzo” di 10 centesimi per aver chiesto che la brioche artigianale fosse tagliata a metà.
«Non è il costo, è il concetto»
La cliente, dopo aver preso due caffè e una brioche divisa in due, si è ritrovata un extra inaspettato, notato solo una volta tornata a casa. «Non è tanto il costo, quanto il concetto», ha commentato, «è la prima volta che ci capita». Una cifra minima, certo. Eppure ha fatto rapidamente il giro dei social, fino a travolgere il titolare della pasticceria, Massimiliano Viotto, che ha aperto il locale nel gennaio 2024. «Siamo stati sommersi da recensioni negative – da una stella – di persone che mai hanno frequentato il nostro locale» racconta Viotto. «La nostra media su Google è scesa da 4,5 a 3,5, ma siamo convinti verrà reintegrata con tempo e dedizione». Alcuni commenti sono stati particolarmente duri, con insulti come «vermi», «parassiti», «strozzini», «dovrebbero fallire all’istante», «boicottiamo l’attività», «facciamoli chiudere».
«Il nuovo menù è in stampa»
«Nessuno però considera che tale sovrapprezzo riguarda solo le brioches, non le pizze del nostro locale adiacente – ("l’Arbor") – né le fette di torta». Le polemiche non lo hanno ferito personalmente, ma ad averne risentito di più è stata sua madre Audrey, da cui la pasticceria prende il nome. Il supplemento è stato introdotto da circa metà luglio per garantire uno standard di qualità elevato che da sempre contraddistinguerebbe i loro prodotti artigianali, sfornati ogni giorno nel laboratorio della pasticceria. Viotto punta sulla professionalità: «Non è una truffa, ma una scelta consapevole che difendiamo con orgoglio e consapevolezza». Il taglio richiede l’uso di piattini e tovaglioli in più e la necessità di farcire ugualmente entrambi i lati. «Il nuovo menù è ancora in stampa», spiega, «ma il sovrapprezzo è indicato alla cassa, come previsto dalla normativa».
«È un meccanismo pericoloso»
Quello che ha colpito maggiormente il titolare, però, non è stata la reazione della cliente, ma l’ondata mediatica che ne è seguita per una questione di 10 centesimi. «Volevo segnalare questo atteggiamento molto pericoloso da parte di chi ha amplificato un episodio minimo, rischiando di compromettere il lavoro e l’immagine di una piccola pasticceria artigianale in un paese di ventimila anime. È un meccanismo pericoloso, perché potrebbe danneggiare seriamente realtà meno solide della nostra. Si pensi: un episodio simile potrebbe persino essere strumentalizzato dalla concorrenza».
«Il fatturato non è diminuito»
Non è però il caso della pasticceria Audrey. «L’opinione pubblica generale è positiva. Il fatturato non è diminuito e i nostri clienti fidati hanno dimostrato solidarietà e sostegno». Un esempio? Michele, habitué del locale, che ride e rassicura i titolari: «Una polemica che fa sorridere. Conosco la qualità del posto e continuerò a venire». Il caso non ha scalfito la sicurezza del proprietario, che conclude con sarcasmo: «Il caffè al banco da Audrey Pâtisserie costa dieci centesimi in meno, perché non c’è il servizio al tavolo, chissà se ne verrà fatto un articolo»