corriere.it, 28 luglio 2025
Manager licenziata dall’hotel per le mance dai tassisti, ma la giudice la reintegra: «Una prassi consolidata»
Accettare mance, seppur vietato dal regolamento, non è un motivo sufficiente per licenziare una dipendente. Ma quella che è una prassi in molti luoghi di lavoro, a luglio dello scorso anno è costata il posto alla front office manager dell’hotel Hyatt Centric di Murano. Secondo l’hotel, la dipendente avrebbe indebitamente richiesto e ricevuto mance dai motoscafisti che effettuano il servizio taxi per la struttura, per un ammontare complessivo di 28.000 euro, poi distribuiti tra il personale, con una media di circa 200 euro a testa.
Tanto sarebbe bastato all’azienda per procedere al licenziamento della dipendente – solo lei e non gli altri dipendenti, in quanto la donna ricopriva un ruolo di responsabilità nell’organigramma interno – quale ha allora deciso di intraprendere le vie legali. Lo Hyatt Centric sosteneva la legittimità del licenziamento perché, all’interno del regolamento aziendale, vi sarebbe il divieto di percepire mance da parte di fornitori di servizi per la struttura. Non c’è alcun dubbio che la condotta della lavoratrice sia stata contraria alle politiche aziendali: lei stessa ha ammesso di aver percepito il denaro e di averlo poi distribuito agli altri dipendenti, ma il punto è la sproporzione tra la condotta e la sanzione applicata, ovvero il diretto licenziamento.
A tal proposito sembra rilevante ricordare che perché il licenziamento possa essere considerato legittimo, la sua motivazione, deve essere caratterizzata da un fatto la cui gravità sia tale da rendere impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro e sia quindi sufficiente per giustificare la cessazione del rapporto lavorativo. Come l’avvocato Leonello Azzarini, difensore della dipendente, ha sottolineato: «Il regolamento aziendale che in qualche modo sconsigliava la percezione di mance è risultato in corso di causa. Ma è davvero raro che i lavoratori vadano a leggere i regolamenti aziendali ed in secondo luogo, quella delle mance, una prassi consolidata a Venezia, confermata anche dagli altri dipendenti. Per questo motivo abbiamo avuto il dubbio che il licenziamento derivasse da un problema personale, ma non è stato possibile accertarlo in sede processuale».
Davanti alla sezione per le controversie di lavoro del Tribunale di Venezia, l’azienda ha poi avanzato la richiesta di un risarcimento pari a 50.000 euro per danni d’immagine. La giudice di Venezia Anna Menegazzo ha però respinto tale istanza, dichiarando inoltre il licenziamento illegittimo. Come si legge nella sentenza: «Il fatto contestato deve essere dichiarato inesistente, nel senso di inidoneo a determinare la risoluzione del rapporto di lavoro». Difatti, il contratto collettivo nazionale prevede sanzioni disciplinari di tipo conservativo per tali fattispecie, non di certo la risoluzione del rapporto di lavoro.
Il tribunale, nel formulare la sua decisione, ha tenuto conto della «responsabilità disciplinare della ricorrente e della limitata anzianità lavorativa della stessa», condannando l’hotel Hyatt Centric di Murano al reintegro della lavoratrice nel posto di lavoro e al pagamento di un’indennità risarcitoria pari a otto mensilità. La lavoratrice ha però scelto di rinunciare al reintegro, optando per l’indennità sostitutiva pari a 14 mensilità.