Corriere della Sera, 29 luglio 2025
Marie Curie Sklodowska sull’euro divide Francia e Polonia
Quando nel 1903 diventò la prima donna a vincere il premio Nobel per la Fisica insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, per gli studi sulle radiazioni, tutti la conobbero come Marie Curie. Ma otto anni dopo, nel 1911, quando le venne assegnato il Nobel per la chimica, a oggi la sola persona ad aver ottenuto il premio in due campi, la scienziata nata a Varsavia nel 1867 rivendicò il cognome da nubile e l’origine polacca: il Comitato di Stoccolma la premiò infatti come Marie Sklodowska-Curie.
Fu un messaggio allo stesso tempo femminista e nazionalista. Sono passati quindici anni e un secolo, ma l’antica disputa tra Francia e Polonia sull’appartenenza identitaria della donna che scoprì il radio si riaccende intorno a una banconota. Succede a Francoforte. La BCE ha deciso di dedicare la prossima serie di biglietti dell’euro ai simboli della «cultura europea». La decisione finale è attesa entro il 2026, l’emissione avverrà qualche anno dopo. Ma nella short list pubblicata dalla Banca dell’Ue, il volto di «Marie Curie» (identificata così) è fra le ipotesi considerate per apparire sulle nuove banconote da 20 €.
L’omissione del cognome Sklodowska ha toccato però un nervo scoperto, provocando una protesta del governo di Varsavia, molto sensibile al suo patrimonio culturale. Secondo il sito Politico, anche il governatore della Banca centrale polacca, Adam Glapinski, si sarebbe lamentato per lettera con Christine Lagarde. Anche se la Polonia non fa parte dell’Eurozona, la Bce sul suo sito ha cambiato il nome della scienziata in Marie Sklodowska-Curie, suscitando il plauso del deputato europeo conservatore, Janusz Lewandowski. Ma la diatriba non è risolta. Un portavoce della banca ha spiegato che la decisione finale non è stata ancora presa e il doppio cognome è stato usato solo in via provvisoria. Soprattutto, non è deciso se sulle future banconote figureranno volti celebri, luoghi fisici o altro. Simboli europei, certo, ma prima simboli nazionali.