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 2025  luglio 28 Lunedì calendario

Maxi centrale di sigarette contraffatte scoperta in Puglia: business da 120 milioni di euro all’anno

È ubicata in Puglia una delle più grandi centrali per la produzione di sigarette clandestine d’Europa: a Stornara, in provincia di Foggia, con appendice in un altro stabilimento illegale ad Andria. È il fenomeno criminale in cui si è evoluto il contrabbando, che negli anni ’80 ha fatto ricche le mafie pugliesi. Lo hanno scoperto i finanzieri del Comando provinciale di Palermo, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura Europea e nata in Sicilia perché nell’isola c’era il terminale della filiera illecita.
Lì, nei mesi scorsi, sono stati effettuati ingenti sequestri di sigarette che non erano state prodotte da fabbriche regolari, dai quali gli investigatori sono partiti per riavvolgere il filo delle attività illecite. L’operazione che ha portato al sequestro dei due stabilimenti clandestini è stata condotta con il supporto dei finanzieri dei Comandi provinciali di Bari e Foggia. Oltre 1 milione e 300 mila euro il valore dell’impianto di Stornara, realizzato secondo i più avanzati standard tecnologici e in grado di produrre, ogni giorno, circa 2 milioni di sigarette.
All’interno dello stabilimento, strutturato su due piani (di cui uno seminterrato), su un’area di oltre 3 mila metri quadri, sono stati trovati 45 bancali di sigarette per un peso complessivo di circa 13 tonnellate, 165 sacche contenenti tabacco triturato, 134 bancali di precursori, tra cui materiali per il confezionamento dei pacchetti di sigarette con i loghi di note case di produzione (Marlboro, Chesterfield).
Nella fabbrica di Andria sono stati sequestrati ulteriori materiali per la produzione di tabacchi. Quando i finanzieri hanno fatto irruzione nell’opificio di Stornara hanno trovato 10 uomini, di nazionalità ucraina e bulgara, alloggiati in stanze di fortuna ricavate all’interno della struttura. Si tratta con tutta probabilità della sola manovalanza, denunciata per detenzione di tabacchi lavorati di contrabbando e di contraffazione marchi. Non sono stati, al momento, identificati i gestori, i quali hanno messo in atto molte cautele per celare la loro identità e anche per arginare eventuali azioni investigative. Particolarmente complessa si è rivelata l’esatta localizzazione degli stabilimenti, a causa delle rigorose precauzioni messe in atto dai trasportatori per celare i luoghi di produzione. In tal senso, si è reso necessario sviluppare un’intensa e meticolosa attività di monitoraggio, che si è avvalsa anche dell’ausilio di sistemi aerei a pilotaggio remoto (droni), grazie a cui è stato possibile seguire, senza il rischio di essere avvistati, gli spostamenti degli autoarticolati sul territorio.
Le sigarette sottoposte a sequestro, se immesse sul mercato, avrebbero comportato un mancato introito per le casse dello Stato e dell’Unione Europea (in termini di accise e di IVA evasa) pari a 3,2 milioni di euro. Ammonta, invece, a 350 mila euro al giorno il profitto illecito che l’impianto era in grado di assicurare; in un anno oltre 120 milioni di euro, per un danno alle finanze pubbliche di circa 80 milioni di euro.