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 2025  luglio 28 Lunedì calendario

Prato, diecimila sentenze ferme condanne estinte per i ritardi

Una montagna di sentenze sepolte negli archivi delle cancellerie del tribunale, mai “eseguite” causa mancanza di personale. Tra queste, anche alcune condanne per reati gravi. Accade nel tribunale di Prato,dove da tempo magistrati e avvocati denunciano una situazione prossima al “default” per l’impressionante carenza di organico – del 47% solo per il personale amministrativo – a fronte di un carico di lavoro in continua espansione (si pensi solo ai procedimenti legati alla cosiddetta guerra delle grucce che sta insanguinando la città). «Pochi giorni fa è arrivata sul tavolo una condanna a 3 anni e 2 mesi, per rapina, del 2012 – dice il procuratore Luca Tescaroli – e non si è potuto far altro che dichiarare estinta la pena». Sono oltre 10 mila, le sentenze penali delle quali non è mai stata dichiarata l’irrevocabilità, e che dunque non sono mai arrivate sul tavolo dei pm per l’esecuzione. In larga parte si tratta di assoluzioni – che in molti casi gli imputati non hanno necessità di rivendicare, salvo in caso di partecipazione a concorsi – ma secondo quanto raccolto dallo stesso Tescaroli ci sono anche alcune condanne per cui la pena si è già estinta o rischia di esserlo a breve. Un caso riguarderebbe una violenza sessuale. «È inaccettabile che persone giudicate colpevoli per fatti anche gravi non scontino alcuna pena», aggiunge il procuratore. Che conferma anche le possibili ripercussioni sugli imputati assolti: «Non possono partecipare a concorsi senza l’attestazione definitiva».
Secondo alcune ricostruzioni, il dato “monstre” del tribunale è frutto di una decisione presa anni fa proprio per la mancanza di cancellieri. In sostanza, si è preferito impiegare il (poco) personale a disposizione nelle udienze, per celebrare i processi, mettendo in secondo piano le pratiche per sancire l’irrevocabilità delle sentenze, in particolare per le assoluzioni o le condanne di minore entità. Si è così accumulato un arretrato senza precedenti, che ha prodottoanche alcuni casi limite comequello denunciato da Tescaroli.
Solo negli ultimi mesi è stata una prima inversione di tendenza. «Abbiamo messo al lavoro tutto il personale a disposizione, i primi risultati si cominciano a vedere e nel giro di pochi anni contiamo di smaltire gran parte del carico – dice la presidente facente funzioni del tribunale, Lucia Schiaretti – Certo la situazione è difficile, abbiamo solo un cancelliere esperto in servizio, il personale amministrativo è ridotto all’osso. Abbiamo iniziato dai più procedimenti più recenti, quelli per cui la pena non si è estinta ed è ancora possibile recuperare sanzioni pecuniarie e spese di giustizia».
Schiaretti spiega di essersi rivolta anche al Csm e al ministero: «Ho detto che è indispensabile agire al più presto, anche perché a breve ci saranno dei pensionamenti. Per i cancellieri c’è un concorso aperto, ma le condizioni di lavoro al tribunale di Prato scoraggiano chi vuol fare domanda. Basta pensare che questi fascicoli arretrati sono in archivio e dunque in un luogo interdetto perché pericoloso (sono state segnalate infiltrazioni di acqua, ndr). Si può accedere solo se accompagnati dai vigili del fuoco, e secondo le loro disponibilità». Conclude Schiaretti: «In autunno arriveranno finalmente altri giudici, ma senza il personale amministrativo celebrare i processi sarà un’impresa».
Sul caso, infine, anche il presidente dell’ordine degli avvocati di Prato, Marco Barone, si allinea agli appelli dei magistrati: «Si metta il tribunale nelle condizioni di funzionare, il dato delle sentenze non eseguite indica una situazione prossima al collasso”.