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 2025  luglio 28 Lunedì calendario

Pensionati fuga all’estero

Prima si sceglievano la Spagna e il Portogallo, ora ad andare per la maggiore sono l’Albania e la Tunisia. La motivazione è sempre la stessa: pagare meno tasse, cercare un clima migliore del nostro, un Paese dove la vita costa meno e la qualità dei servizi è paragonabile alla nostra. Il risultato, come certifica l’ultima relazione annuale dell’Inps, è che il numero dei nostri pensionati in fuga verso l’estero è tornato a salire: su 228.600 pensionati italiani residenti all’estero ben 37.825 (calcolando i soli dipendenti di attività private) sono individui la cui carriera retributiva si è svolta esclusivamente in Italia, in larga parte con pensioni particolarmente ricche, che al momento del ritiro hanno deciso di trasferire la loro residenza all’estero attratti da regimi fiscali molto più accomodanti del nostro.
La propensione per la fuga all’estero nel corso degli anni è cresciuta in maniera esponenziale. Il fenomeno migratorio è quasi triplicato tra il 2010 e il 2023: si è infatti passati dai 10 emigrati ogni 100 mila nuovi pensionati del 2010 ai 20 del 2019 sino ai 33 del 2023, coinvolgendo più uomini che donne e principalmente le grandi regioni del Nord e del Centro oltre alla Sicilia, mentre il resto del Sud e le Isole mostrano una partecipazione più contenuta.
Un aspetto «particolarmente interessante», sottolinea la relazione, riguarda la distribuzione del fenomeno per classe di reddito che in base ai dato 2023 evidenzia un legame stretto tra il livello di reddito e la propensione alla migrazione. I dati, infatti, mostrano che i pensionati con un reddito lordo medio mensile superiore ai 5 mila euro presentano una propensione all’emigrazione che è più di sei volte superiore di quella registrata nelle classi di reddito più basse. La geografia delle destinazioni stando all’Inps è in continua evoluzione ed è influenzata da fattori combinati di natura fiscale, economica, culturale e infrastrutturale. Per quanto riguarda il periodo compreso tra il 2010 e il 2024, i Paesi esteri più interessati dal fenomeno sono stati Spagna e Portogallo, seguiti da Svizzera, Francia e Germania.
Ma quanto è vantaggioso spostarsi all’estero? Ogni Paese offre un differente regime fiscale ai pensionati in arrivo da altre nazioni. In luoghi come Albania, Panama, Costa Rica, Ecuador è in vigore un’esenzione totale dalla tassazione sulle pensioni estere. Cipro sopra i 3.420 euro prevede una tassazione fissa del 5%, 5% al massimo anche in Tunisia (dove una quota pari all’80% del reddito è comunque tax free), la Grecia del 7%, la Romania preleva il 10% come la Bulgaria, Malta il 15% e la Turchia il 20%. In Croazia è prevista una deduzione che riduce del 50% la base imponibile, anche se poi sopra i 60 mila euro applica una tassazione progressiva. Altre forme di detassazione o agevolazioni delle pensioni private sono poi previste a Monaco, San Marino e Gibilterra e in forma minore in altri Stati in virtù di specifici accordi bilaterali. La Spagna oltre ad avere aliquote Irpef più basse delle nostre offre invece detrazioni fino a 6.500 euro per gli over 65 e fino a 7mila per gli over 75, alcune regioni poi (come ad esempio le Canarie) presentano condizioni ancora più favorevoli. In Portogallo a partire dal 2024 ai pensionati che trasferiscono la loro residenza fiscale vengono applicate aliquote comprese tra il 14,5 e il 53% a seconda del reddito complessivo, ma fino all’anno prima si versava appena il 10%.
Per beneficiare degli sconti fiscali nei Paesi stranieri occorre ovunque trasferire la propria residenza fiscale e soggiornarvi ogni anno per più di 183 giorni. Poi ogni singola nazionale detta condizioni particolari: in Grecia ad esempio il bonus vale per 15 anni a condizione di non essere stati residenti fiscali in questo Paese negli ultimi 5, mentre a Cipro questo periodo si riduce ai 17 mesi precedenti la richiesta di soggiorno. A Malta è obbligatorio acquistare casa, mentre in Albania occorre dimostrare di non essere stati condannati per reati con pene superiori ai 3 anni. A San Marino la tassazione agevolata sulla pensione è fissata al 6% e vale per 10 anni, rinnovabili. Ma occorre dimostrare un reddito annuale non inferiore a 120.000 euro o un patrimonio mobiliare di almeno 500.000 euro. Inoltre, è fondamentale non essere mai stati residenti a San Marino prima della richiesta.
Dipendenti pubblici
penalizzati
Tutti questi vantaggi, a parte poche eccezioni, non riguardano gli ex dipendenti pubblici, perché nel loro caso le norme internazionali prevedono che le loro pensioni vengano tassate nello Stato in cui hanno prestato servizio. Sono solo quattro le nazioni che hanno siglato col nostro Paese una specifica convenzione contro la doppia imposizione a favore di chi trasferisce la propria residenza fiscale: si tratta di Australia, Cile, Tunisia e Senegal.
"In via eccezionale per il 2025” la legge di Bilancio 2025 ha previsto la sospensione della rivalutazione automatica annuale degli importi sopra la soglia minima di 598,61 euro. Solo sotto questa soglia è stata così applicata la rivalutazione piena dello 0,8%, mentre alle pensioni che superano di poco questa soglia è stata riconosciuta una rivalutazione parziale fino al raggiungimento di 603,40 euro, importo che corrisponde al trattamento minimo aumentato dello 0,8%.
Per non perdere il diritto a ricevere l’assegno mensile o subire disguidi o complicazioni per riattivare i pagamenti sospesi è tassativo rispondere senza ritardi alle periodiche richieste di attestazione dell’esistenza in vita. La verifica è effettuata da Citibank N.A. in qualità di fornitore del servizio di pagamento delle pensioni al di fuori del territorio nazionale: entro il 15 luglio di quest’anno scadevano i termini per i pensionati residenti in America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi. Da settembre analoga richiesta riguarderà i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania che avranno tempo al 15 gennaio 2026 per rispondere e non incappare quindi a loro volta nella “tagliola” prevista dall’Inps.