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 2025  luglio 27 Domenica calendario

Lillo: “L’energia della musica mi ha salvato. L’arte in carcere aiuta a rinascere”

razie a Tutta colpa del rock non ci sono più dubbi: Lillo Petrolo è il nostro Jack Black. Entrambi comici, musicisti, ballerini notevoli e soprattutto simpaticissimi. Di quella simpatia che scatta a pelle, ancora prima di sentire le battute.
L’attore, ospite del Giffoni Film Festival 2025, è contento del paragone: «Sono onorato! È sicuramente uno degli artisti da cui traggo ispirazione. Anche io amo la commedia molto fisica».
Nelle sale dal 28 agosto, con anteprime il 9 e 10, il film di Andrea Jublin racconta di un’aspirante rock star, Bruno, che finisce in carcere. Tuttavia non demorde: mette su una band con i compagni di cella. Nel cast anche i veri cantautori Elio e Naska, alla prima esperienza come attore.
Per Lillo questo è un progetto che unisce più passioni: «Sono cresciuto con Deep Purple e Led Zeppelin. A 16 anni fondai una band, ci chiamavamo i Fireball: eravamo super metallari. Ci sono delle foto di me inguardabili: avevo i capelli lunghi, stavo a torso nudo con un gilet di pecora! Pensavo fosse rock quell’abbigliamento. Invece era una cosa terribile».
A quanto pare la band non ha avuto un futuro roseo: «Ero infervorato: abbiamo fatto tante prove, poi il primo concerto, nella palestra della mia scuola. Si sentiva talmente male che hanno minacciato di menarci. E lì abbiamo smesso di suonare. Per un periodo la musica l’ho solo ascoltata. Poi ho ripreso a esibirmi con Greg e i Latte & i Suoi Derivati. La passione per la musica non se n’è mai andata: tuttora scopro cose nuove».
E a proposito di scoprire cose nuove, l’esperienza nelle carceri si è rivelata utile per interpretare Bruno: «Ho fatto tanti spettacoli per i detenuti nel corso della mia carriera, quindi ho avuto modo di confrontarmi con loro e di percepire quella fragilità umana che delle volte è accentuata dal carcere. Ovviamente gli sbagli si devono pagare, però la galera dovrebbe dare anche la possibilità di cambiare, di rimediare. Esibirmi per i carcerati è stata un’esperienza umana molto forte, che mi sono portato dietro e mi ha aiutato per il film».
Senza il rischio di sembrare buonisti o ingenui, l’attore crede davvero che la musica possa salvare la vita: «Non solo ne sono convinto. Ne ho le prove. Sono stato molto male con il Covid: mi hanno ricoverato per un mese. Ho fatto anche tre giorni di terapia intensiva. Quando ero lì ho ascoltato cinque ore al giorno musica rock: al terzo giorno i miei anticorpi hanno reagito. E mi sono chiesto se in qualche modo fosse stata proprio la musica ad aiutarmi. Un medico mi ha detto che è così: l’energia smuove gli anticorpi. Non è solo un fattore mentale: è anche chimica. L’energia che ti dà la musica ti può aiutare a livello chimico e aumenta gli anticorpi. Pensiamo quindi quanto sia importante ascoltare musica che ti dia delle scosse al punto da far smuovere qualcosa dentro di te. L’ho vissuto sulla mia pelle: credo totalmente nell’importanza della musica».
Ed è convito anche che possa cambiare le persone: «È fondamentale portarla in carcere. Ma non soltanto la musica: l’arte in generale. Sono anche un grande sostenitore dell’importanza del teatro. Lo renderei materia di studio fissa a scuola. L’arte aiuta moltissimo a instaurare un rapporto con gli altri e con se stessi».
A proposito di rapporto con se stessi: Lillo interpreta spesso personaggi che sembrano avere tutto contro ma che, nonostante siano continuamente scoraggiati, non demordono. È bello scoprire che anche nella vita reale ha questa filosofia: «Il fallimento non è mai una cosa definitiva. Ti può portare a migliorare. Il vero fallimento è capire di non essere adeguato alla vita e a stare con gli altri. Tutti falliamo, sempre. Non esiste una persona al mondo che non abbia mai fallito. Devi però capire come trasformarlo in una lezione che ti porterà a non rifare la stessa cosa di nuovo. Fallire può servire a capire delle cose. Se lo prendi così, può diventare una vittoria».
Nell’inseguire il sogno di essere una rock star, però, Bruno si comporta in modo egoista. È possibile alimentare le proprie passioni senza ferire gli altri? Ecco la versione di Lillo: «Sì, è un egoista. Ma è un egoista positivo. Lo è perché ha un sogno troppo grande. Talmente tanto che gli fa scordare la famiglia e le cose importanti. Quando però capisce che il sogno forse può aspettare un attimo, torna a essere quello che realmente è, senza questa ossessione ad accecarlo. Nella vita capita: è bello coltivare i sogni e insistere, ma, a un certo punto, bisogna pensare alle persone che ti amano e che ami».
Inutile dire che nella scena del concerto si sia divertito come un pazzo: «È stato fantastico. Anche se Valerio Aprea stavolta mi ha rubato la scena come ballerino. Si è impegnato al massimo: ha studiato venti giorni con una coreografa! Ci teneva tantissimo. E devo dire che i risultati si vedono».