la Repubblica, 27 luglio 2025
Sul vertice Onu di Addis Abeba dedicato ai sistemi alimentari
ROMA – Lungo Africa Avenue, o Bole Road, come più spesso la chiamano gli abitanti di Addis Abeba, c’è la sede dell’Unione Africana e di altre istituzioni internazionali. Sarà qui che da domattina a martedì – dopo l’insediamento della conferenza che avviene oggi – avrà luogo l’evento delle Nazioni Unite durante il quale si cercherà di fare il punto sulle questioni della produzione del cibo, della sicurezza e della giustizia alimentare e, dunque, della lotta alla fame. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sarà co-presidente di questo secondo Vertice Onu sui Sistemi Alimentari, assieme al primo ministro etiope, Ahmed Abiy. Il precedente ci fu nel 2021. Un altro importante vertice internazionale, sempre su questioni legate allo sviluppo globale, avvenne invece nel luglio del 2015, nella stessa sede di Addis Abeba.
I ragionamenti e le scelte da fare. La produzione del cibo a livello planetario impone ragionamenti e scelte complesse, perché hanno a che fare con sfide epocali, come quella di dover sfamare una popolazione mondiale in crescita; con gli impatti ambientali che generare cibo comportano; ha a che fare dunque con la sostenibilità, con la salute umana, con l’equità e la giustizia sociale.
Le due scuole di pensiero per la produzione del cibo. Sullo sfondo di tutto questo ci sono due “scuole di pensiero” che orientano il modo di produrre gli alimenti a livello mondiale. Due punti di vista non necessariamente in conflitto tra loro ma che, prima o poi, una qualche autorità sovranazionale dotata di poteri veri, dovrà in qualche maniera far convivere.
1) – L’agricoltura di prossimità. Le due prospettive a confronto sono: quella che privilegia l’agricoltura di prossimità, della filiera corta, capace di soddisfare le esigenze alimentari in una dimensione diffusa, ma locale, che privilegia la sostenibilità, accorciando la distanza tra produzione e consumo e rispettando l’ambiente.
2) – E quella intensiva. Che punta invece alla produzione massiva su aree vaste, quasi sempre realizzata con alte tecnologie e interventi chimici.
Il ruolo dei piccoli agricoltori. La produzione del cibo a livello planetario vede ancora i piccoli contadini e le piccole aziende agricole, giocare un ruolo assai importante: producono infatti più di un terzo (il 35%) dei generi alimentari di tutto il mondo. Alcune stime ci dicono che ci sarebbero più di 608 milioni di aziende a conduzione familiare, disseminate nel 70 – 80% dei terreni agricoli del mondo, che partecipano in modo decisivo a produrre alimenti per il resto del Pianeta.
Gli intenti del Vertice in Etiopia. Il Vertice – almeno nelle intenzioni annunciate - dovrebbe offrire argomenti per riflettere sui progressi compiuti, per rafforzare la collaborazione e mobilitare finanziamenti e investimenti (insomma, prestiti, che poi dovranno essere restituiti) capaci di accelerare la trasformazione dei sistemi alimentari. Ma verso quale direzione? Lo vedremo. Dovrà anche affrontare le cause alla base dell’inflazione dei prezzi alimentari, specialmente nei Paesi a basso reddito, che genera impatti tragici per quanto riguarda l’accesso al cibo delle famiglie e la qualità della dieta quotidiana delle persone.
Il Piano Mattei, l’IFAD per la sovranità alimentare. Giorgia Meloni illustrerà il Piano Mattei come una iniziativa strategica del Governo Italiano per dare forza alla collaborazione e al partenariato con i Paesi dell’Africa. Parlerà di “sviluppo sostenibile e paritario” in diversi settori: la formazione, l’agricoltura, la sanità, l’energia, l’acqua e le infrastrutture. E nell’ambito del piano e della collaborazione pluriennale tra l’Italia e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), si annuncia anche un’accelerazione con due iniziative: una in Senegal e l’altra in Costa d’Avorio. “Un modello concreto di cooperazione multilaterale per la sicurezza e la sovranità alimentare, la resilienza climatica e lo sviluppo rurale sostenibile – sottolinea Federica Diamanti, vide presidente dell’IFAD per le Relazioni Esterne - e questo in linea con il nostro mandato di sviluppare soprattutto la catena del valore locale”.
I progetti in Senegal per la sovranità alimentare. Il Comitato Tecnico del Piano Mattei ha approvato un prestito agevolato da 90 milioni di dollari per il progetto Support to Food Sovereignty Project in Senegal (SFSP), un’iniziativa strategica nazionale pensata e lanciata per rispondere alle crisi globali (dalla pandemia alla guerra in Ucraina, ai cambiamenti climatici) che hanno dimostrato tutta la fragilità del sistema alimentare senegalese. Cofinanziato da IFAD, assieme ad altre istituzioni internazionali e a partner locali, il progetto si propone di raggiungere 1 milione di persone nelle 12 regioni agricole del Paese. E’ un piano che adotta un approccio modulare, dunque replicabile in altri territori. Il programma coinvolgerà direttamente circa 220.000 famiglie (circa 880.000 persone), con una attenzione particolare a donne, giovani e persone disabili.
In Costa d’Avorio per l’agricoltura adattiva. Non c’è ancora, ma si annuncia “in fase avanzata” l’approvazione di un secondo prestito agevolato da parte Italiana di 100 milioni di dollari per il progetto Agro-Industrial Pole Project in the North-East, per aumentare la sicurezza alimentare e rendere più nutrienti i cibi per 35.250 famiglie rurali (circa 220.000 persone) nel distretto di Zanzan in Costa d’Avorio. Gli obiettivi di massima sono quelli di rafforzare la capacità di resistenza delle persone ai cambiamenti climatici, di rendere competitive di filiere agro-alimentari, con particolare attenzione al riso, alla frutta secca, ai piccoli allevamenti, ai fertilizzanti organici.