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 2025  luglio 27 Domenica calendario

Altri 92 detenuti al 41-bis nel carcere di Uta: pure Lega e FI contro la decisione di Nordio

Arriva in Parlamento la rivolta contro il trasferimento nel penitenziario di Uta, 22 chilometri da Cagliari, di altri 92 detenuti al 41-bis. A portarcela sarà il deputato Pd Marco Meloni, che ha appena annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge per eliminare la norma che “individua le aree insulari come destinazione preferenziale per i detenuti sottoposti al regime speciale del cosiddetto carcere duro”. Nei giorni scorsi critiche per la decisione del Dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia erano arrivate anche esponenti del centrodestra. I deputati Pietro Pittalis (FI) e Dario Giagoni (Lega), in particolare, hanno annunciato un’interrogazione al guardasigilli Carlo Nordio. A destare preoccupazione è soprattutto il sovraffollamento della struttura. Quello di Uta, infatti, è un carcere da sempre in emergenza. Al ministero della Giustizia si parla di risolvere i problemi di spazio collegando all’edificio alcuni container, destinati nelle intenzioni a trasformarsi in celle attrezzate. Difficile immaginare decine di esseri umani rinchiusi in scatole di metallo con temperature che raggiungono i 40 gradi. Eppure sembra proprio questa la soluzione individuata dal ministro Nordio, ma contestata dalla presidente della Regione Alessandra Todde: “Se questo fatto venisse confermato – ha scritto Todde al guardasigilli – sarebbe un atto grave che calpesta il principio di leale collaborazione tra istituzioni e che non tiene conto delle conseguenze per la sicurezza, la sanità, gli impatti sull’economia e la tenuta sociale del nostro territorio”. La Sardegna, ha ricordato Todde, è considerata dal Procuratore generale Luigi Patronaggio “a forte rischio di sviluppo mafioso”, al punto che “la presenza di detenuti al 41 bis rischia di rafforzare alleanze tra le mafie tradizionali e la criminalità locale”. C’è poi l’impatto sul sistema sanitario, già in grande difficoltà. La garante regionale dei detenuti Irene Testa: “La situazione è ingestibile, durante la visita di pochi giorni fa ho rilevato che erano presenti 685 detenuti e 140 agenti di polizia penitenziaria per tutto l’istituto, stremati dai turni e costretti a lavorare al caldo nelle sezioni. Tolto questo periodo di ferie estive prestano servizio 314 agenti effettivi a fronte di 394 previsti per legge. Non ci sono celle per ospitare situazioni critiche. Non c’è chi dovrebbe fornire i farmaci ai detenuti. Mancano medici e personale di ogni tipo”.