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 2025  luglio 27 Domenica calendario

Notizie dal fronte della post-sessualità. I gay sono i più attivi e tra le donne vince una sana apatia

Per le scienze della salute e le misurazioni del benessere il desiderio sessuale è un indicatore di vitalità, invece nelle camere da letto, nei motel e in camporella, lampeggia poco e poi si spegne. Il sesso è ormai raro, fiacco, soffre di indifferenza e abbandono. Uno studio assai preoccupato dell’Università del Michigan, pubblicato nel 2023 su JAMA, dice che il 51% dei maschi tra i 18 e i 24 anni non ha avuto rapporti sessuali negli ultimi dodici mesi. Tra le donne il 32%. Un crollo. Ma in Italia? Piuttosto male. Secondo l’ultimo Rapporto Censis-Bayer se la cavano gli adulti tra i 35 e i 44 anni; lavorano, crescono figli, fanno ancora l’amore una o due volte a settimana. Un’indagine Istat del 2023 segnala, però, che il 20% degli italiani tra i 25 e i 40 anni non lo fa da più di sei mesi, e non vede la luce. Il dato è in crescita costante dal 2016, siamo in una specie di recessione emozionale. Sempre più persone si riconoscono in “una posizione distante dal sesso”, senza motivi religiosi, o medici. Sono gli asessuali, non è una malattia, rassicurano gli esperti. Secondo i dati Durex Global Sex Survey 2023, il 22% degli italiani tra i 18 e i 34 anni, prevalentemente abitante in città, “non è interessato alla sessualità”. Già dieci anni fa Olivia Laing, scrivendo The Lonely City, un libro molto bello sull’Aids e la scena artistica newyorkese, raccontava la fine del sesso come?rito collettivo, la solitudine urbana che svuota l’erotismo. Il desiderio resiste in forma malinconica, periferica – per questo a farlo sono in pochi, ci vuole coraggio a intristirsi di proposito.
Avrà ragione Mark Greif, che insegna inglese a Stanford: siamo in un’epoca post-sessuale, e il disinteresse per l’accoppiamento è sintomo di esaurimento culturale. Il sesso è?sfinito, esaurito dalla sua stessa messa in scena, tra sexting, app, pornografia algoritmica e coaching erotico, ha perso la zozzeria gloriosa che lo rendeva vivo e delizioso. E tutti quei libri, saggi, talk, etichette, pornografia, orgoglio, trauma, identità, diritti sono un modo per non farlo, o non sentirne la mancanza. Quindi parlarne sarebbe un modo di elaborare il lutto per la fine del sesso come “oggetto culturale globale”, in grado quindi di contenere dimensioni economiche, simboliche, sociali e affettive, e fare ponte tra biologia e cultura, tra privato e pubblico.
Attenzione però, perché se il lutto antropologico riguarda tutti, l’astenia riguarda gli etero. I gay fanno molto più sesso, almeno in Francia, dove Baromètre Santé dice che il 68% degli uomini omosessuali tra i 20 e i 35 anni ha rapporti almeno una volta a settimana, mentre gli etero si piantano al 42%. L’umiliazione del maschio non si ferma qui: le donne lesbiche vincono i campionati dell’orgasmo: secondo il Kinsey Institute, nell’86% dei rapporti. Gli uomini si fermano al 65% – e le loro fidanzate al 39%. La gaiezza insegna a disobbedire, a esplorare fuori dagli schemi come negli anni Settanta? Allora la sessualità era il linguaggio rivoluzionario per eccellenza, corpi liberi, desideri dichiarati, un’euforia diffusa di cui oggi non c’è più traccia. Per farla finita con le scopate senza cerniera non c’è stato bisogno nemmeno di backlash, la cultura neoliberale ha trasformato il desiderio in consumo. Tinder non è Christiania o una succursale del libero amore, è un mercato con i suoi algoritmi, le sue disuguaglianze, i suoi esclusi. La promessa libertaria è finita in un triste capitalismo emotivo, dove sesso non significa trasgressione, è anzi un’ennesima prestazione. Ma se accettiamo che anche il desiderio è un dovere, allora è tutta una checklist: spontaneità? Fatta. Consenso? Esplicitato. Posizione tantrica che fa sentire spirituali ma anche magre? Trovata.
La libertà erotica che resta è forse solo quella di sottrarsi, stare ferme, tacere, perché il vero tabù non è il poliamore, ma il silenzio (ne riparleremo), e a ben guardare l’apatia sessuale può salvare una serata. Il mondo si preoccupa della scomparsa del sesso, intanto però ci sono signore intente a godersi silenziosamente la sua assenza, senza nemmeno rischiare di essere ammazzate da un “celibe involontario” o da un ex-marito respinto. Una domenica pomeriggio in cui nessuno tocca, chiede, penetra (con lo sguardo!) è un pomeriggio libero. Quale libertà? Beh non è detto che vada esercitata soprattutto, sui materassi, ci sono tante varianti tipo spegnere la luce senza spiegazioni, dormire sole e con i calzini, vestirsi senza tener conto dell’effetto sul mercato del dating. Per le devote all’esodo dal dovere sessuale l’apatia è una scelta, magari non ancora riconosciuta. Devono già decidere se cenare zero carb o digiunare intermittenti, se usare ChatGPT o abbracciare l’obsolescenza, quindi se il sesso non è puro trastullo meglio niente, meglio spiegare il sesso ai gatti.