la Repubblica, 27 luglio 2025
Roma toglie i manifesti della Lega: “Razzisti”
«Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore». Oppure: «Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse». Doveva essere una campagna d’ispirazione trumpiana per promuovere il decreto sicurezza. Ma ora la Lega sarà costretta a rimuovere i manifesti realizzati con l’intelligenza artificiale con cui aveva tappezzato Roma: «Sono discriminatori». Così ha deciso il Campidoglio, scatenando la rabbia del partito di Matteo Salvini, che grida alla censura: «Si tratta di un evidente caso di bavaglio comunista». Per gli uffici del Comune di Roma, però, quei manifesti violano le norme sui contenuti etici della pubblicità, che vietano esposizioni il cui contenuto contenga stereotipi legati all’appartenenza etnica: «Non si tratta dunque di censura».
La decisione è arrivata dopo alcuni esposti presentati dai cittadini indignati dalle immagini usate per accompagnare gli slogan della Lega: donne rom, extracomunitari o giovani con i capelli rasta.
Il partito di Salvini ha annunciato ricorso: «Faremo di tutto per non farci imbavagliare». Nel mirino del Carroccio è finito anche il partito del sindaco Roberto Gualtieri: «Il Pd difende chi scippa, chi ruba, chi occupa le case?». Pronta la risposta del senatore dem Francesco Verducci: «Quei manifesti rappresentano una vergognosa campagna discriminatoria». Mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi ha annunciato una denuncia.
Il caso è politico, accende il confronto in vista delle Comunali. Ma non solo. Perché la campagna leghista aveva creato imbarazzo anche tra i vertici delle forze dell’ordine, associate alla Lega per scopi elettorali. Nei manifesti vengono ritratti di spalle carabinieri e poliziotti. Nessuna rimostranza pubblica. Ma la scortesia istituzionale è evidente.