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 2025  luglio 27 Domenica calendario

No Tav, incendi e traffico bloccato. Meloni: «Vanno puniti con fermezza»

Tre attacchi in contemporanea ai cantieri della Torino-Lione, l’autostrada A32 paralizzata per ore, incendi, sassaiole, bombe carta, devastazioni e lacrimogeni. La tradizionale «marcia popolare» del movimento No Tav, come di consueto, si è conclusa con una lunga scia di danni, polemiche e dibattiti. Dopo le inchieste giudiziarie e un lungo periodo di silenzio, il «popolo della Valsusa» aveva bisogno di contarsi e la risposta è stata eloquente: migliaia di persone (tremila per la questura di Torino, quasi diecimila per gli organizzatori) hanno sfilato rumorosamente in corteo per quasi 4 ore. Niente sindaci con la fascia tricolore, pochi volti storici della protesta No Tav, tantissimi studenti, giovani e giovanissimi.
Il Festival Alta Felicità, tre giorni di musica e dibattiti nel centro polifunzionale di Venaus, ha richiamato in Val di Susa gente da tutta Italia, dalla Francia e dalla Spagna. I concerti di Africa Unite, Bluebeaters e Casino Royale sono l’accompagnamento sonoro alle interviste a Ilaria Salis e Patrick Zaki. Il campeggio è pieno all’inverosimile e per mangiare un panino bisogna fare code chilometriche.
Ieri pomeriggio, però, tutte le attività sono state sospese e il movimento si è mosso compatto per una «gita ai cantieri della devastazione». Il percorso non era stato comunicato, ma il piano di attacco era stato organizzato nei minimi dettagli. Il primo troncone si è staccato poco dopo la partenza e si è diretto al cantiere di Chiomonte, dove è partito un lancio di pietre contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con i lacrimogeni. Stesso copione anche a San Didero, dove il futuro autoporto è stato assaltato da 200 manifestanti partiti in treno da Susa. Nessuno scontro, nessun ferito. Il vero obiettivo di giornata era la vecchia pista di guida sicura alle porte di Susa, che diventerà il deposito dei materiali di risulta, quando inizieranno gli scavi del tunnel di base.
Gli attivisti, tutti a volto coperto hanno distrutto le recinzioni, divelto il filo spinato e incendiato bagni chimici, generatori, assi di legno e pneumatici. Senza incontrare resistenza. Un gruppetto ha scavalcato i guardrail della Torino-Bardonecchia e ha improvvisato barricate dando alle fiamme cumuli di erba secca, new jersey e pezzi di legno. «Del decreto sicurezza non ce ne frega niente», hanno gridato i manifestanti, che hanno anche presso a sassate una volante della polizia. Il traffico in autostrada, ovviamente, è andato in tilt.
«Non si è trattato di dissenso, ma di un atto di guerriglia urbana», sottolinea il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che bolla i No Tav come «il volto peggiore di un estremismo ideologico che va isolato e represso con fermezza. Mi è stato assicurato il massimo impegno nell’identificazione di tutti i responsabili». La Digos è al lavoro e la premier Giorgia Meloni ha condannato «con fermezza» le violenze: «È vergognoso quanto accaduto oggi in Val di Susa. Gruppi organizzati di No Tav hanno occupato l’autostrada, dato l’assalto ai cantieri, lanciato pietre e fumogeni contro le forze dell’ordine. Atti indegni che, con il decreto sicurezza voluto dal Governo, potranno essere puniti con maggiore severità e fermezza». Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha invocato «tolleranza zero», mentre Il vicepremier Matteo Salvini, che lunedì sarà a Bardonecchia per l’inaugurazione della seconda canna del traforo del Frejus, promette rigore: «Siamo determinati affinché questi malviventi siano messi in condizione di non nuocere».