Corriere della Sera, 27 luglio 2025
Una badante del Minnesota aspira al trono di Londra. I segreti della regina Vittoria
Un segreto custodito in famiglia, nei ricordi passati di generazione in generazione, potrebbe (almeno così spera lei) aprire le porte di Buckingham Palace a una badante del Minnesota. Angela Webb-Milinkovich sostiene di discendere da John Brown, il servitore e confidente scozzese della sovrana imperatrice Vittoria. Anzi, di Brown e della regina, frutto dell’amore.
Donna vivace, Vittoria ebbe nove figli con Alberto di Sassonia Coburgo Gotha, sposato nel 1840 nella cappella Reale di St James’s Palace. Ma una febbre tifoidea costò la vita al principe lasciando Vittoria inconsolabile nel suo lutto: si negò al mondo per anni gettando il Regno Unito in una crisi istituzionale. Tornerà agli impegni reali solo dopo le suppliche del suo primo ministro, e l’ultima stagione del regno sarà la più intensa.
Proprio allora sarebbe nato il frutto dell’amore dal quale oggi discenderebbe l’americana Angela Webb-Milinkovich, per la verità ben poco somigliante alla regina. Ne è certa la storica Fern Riddell, autrice per la casa editrice Ebury di Victoria’s Secret, in uscita il 31 luglio, che sarà spunto anche di un documentario su Channel 4 a Londra.
Brown non fu l’unico compagno delle giornate solitarie della regina vedova, che si accompagnò anche al suo «Munshi», maestro, ovvero l’indiano Abdul Karim, più giovane di 42 anni. Alla storia sentimentale tra Vittoria e Abdul è stato dedicato un film con l’attrice Judy Dench. Che aveva già interpretato la sovrana imperatrice nel 1997 per Mrs Brown, film di Bbc Scotland proprio sul rapporto con l’altro confidente reale.
E nulla sin qui ha provato un legame oltre il platonico della regina per il suo «Munshi», come per John Brown col quale trascorreva i pomeriggi nelle Highland ventose. Ma Riddell, partendo dai ricordi di famiglia di Angela Webb-Milinkovich, segreti custoditi per secoli, arriva alla conclusione che l’americana discenda dalla regina. E a giustificare l’ipotesi porta la coincidenza dell’arrivo a corte anche del fratello di John Brown, Hugh, con la moglie, su richiesta della sovrana. Con i due giunse anche la piccola Mary Ann, presentata come figlioletta della coppia, ma che in realtà sarebbe stata la figlia illegittima dell’imperatrice. «La relazione fu ridimensionata e bonificata», sostiene la storica e insiste che «Brown fu il consorte de facto della regina per 20 anni». In mancanza di un’analisi del dna, è solo un’ipotesi suggestiva. Anche se l’americana ha detto al Times: «Sono fiera della mia storia di famiglia».
Non è la prima volta che la Storia del Novecento s’intreccia con rivendicazioni di sangue blu. Il caso più celebre quello di «Anastasia», o meglio la ragazza sovietica Anna Anderson che per anni sostenne di esser figlia dell’ultimo zar, scampata all’eccidio di Ekaterinburg, anche se poi fu smentita dai fatti.
Più recente il caso della principessa-artista Delphine del Belgio, arrivata a corte nel 2020 dopo una battaglia legale per veder riconosciuta la paternità dell’attuale re emerito Alberto II, che ebbe una relazione con la baronessa Sybille de Selys de Longchamps.
«La mia arte mi ha sempre aiutata a lanciare messaggi, a dar voce ai miei pensieri», ha detto al Corriere la principessa a proposito di una delle sue opere che non a caso ha battezzato, «Love Child». E alla domanda se abbia mai dubitato di riuscire a dimostrare il suo segreto, ci ha risposto: «No, non ho mai pensato di non potercela fare». Chissà se anche la badante americana potrà vantarsi di un titolo di Altezza Reale?
Una cosa è certa, nel 2026 che segnerà i 250 anni dell’indipendenza americana dal re inglese Giorgio III, avo di Vittoria, il sogno Royal di Angela, come la nota fascinazione per tutto quanto è Royalty da parte di Donald Trump, raccontano forse una segreta nostalgia per la corona.