Tuttolibri, 26 luglio 2025
Hercule Poirot risolve l’assassinio nella camera 411
Istanbul non poteva essere da meno delle capitali europee toccate dal tragitto dell’Orient Express. Hotel di lusso che si alternavano a un viaggio sui binari dotato di ogni comfort. Nasce così, alla fine dell’Ottocento, l’Hotel Pera Palas, elegante costruzione che l’architetto Alexandre Vallaury disegna come ibrido tra il neoclassico, l’Art Nouveau e lo stile orientale. Acqua calda in ogni stanza, un ascensore elettrico per raggiungere i piani più alti completano la dotazione di un albergo che ha fatto la storia di una città. E, in qualche modo, della letteratura internazionale. Vi alloggiano il primo presidente della Repubblica di Turchia Mustafa Kemal Atatürk, ma anche Ernest Hemingway, Jacqueline Kennedy Onassis e Alfred Hitchcock. E, a lungo, nella camera 411, riposa, pensa e scrive Agatha Christie che, sullo scrittoio della stanza, scrive buona parte del suo capolavoro, Assassinio sull’Orient Express.
Verrebbe da chiedersi quanto del mito che avvolge questo treno che collegava Parigi Gare de l’Est a Costantinopoli (ovvero Istanbul) sia dovuto al libro di Agatha Christie. Certo è, invece, che il romanzo pubblicato nel 1934 e che vede protagonista l’investigatore belga Hercule Poirot, è senza dubbio l’opera che più di tutte ricollega immediatamente l’autrice al titolo.
Oggi visitare la stanza 411 dell’Hotel Pera Palas, opportunamente trasformata in nicchia museale, equivale a un viaggio all’interno del romanzo e della vita dell’autrice inglese (Torquay, 1890-Winterbrook, 1976), diventata la regina incontrastata del poliziesco. Un ritratto in bianco e nero osserva dall’alto l’ambiente, alle cui pareti c’è una piccola teca in vetro che contiene taccuini e libri dell’autrice. Spesse tende fanno filtrare la luce che illumina i due lettini singoli, distanziati mezzo metro l’uno dall’altro e separati da un comodino. Due seggiole, uno scrittoio, un armadio in legno antico rappresentano l’arredamento minimal di una stanza il cui scricchiolante parquet è sovrastato da un tappeto persiano.
Agatha Christie si sedeva a quel tavolino per ore, componendo il suo Assassinio. Era l’estate del 1933, un agosto caldo a Istanbul. Ma la scrittrice voleva conoscere ogni angolo della città che potesse essere trasformato in righe del suo romanzo. Da Aleppo inizia un racconto, ambientato negli anni 30, che si sviluppa poi nella metropoli turca, per proseguire in Jugoslavia, tra Vinkovci e Brod: qui il treno è bloccato da una forte nevicata. A bordo si verifica un omicidio. Hercule Poirot, che sta viaggiando per rientrare da Istanbul a Londra, si incarica dell’indagine.
Agatha Christie, al di là del periodo vissuto nella stanza 411 del Pera Palas, rimane profondamente legata a Istanbul, visitata la prima volta nel 1928. Oggi a lei è dedicato perfino un itinerario turistico, per scoprire le tracce lasciate dalla regina del poliziesco. Un piccolo viaggio che inizia a Sirkeci, la storica Stazione dell’Orient Express, per proseguire lungo il ponte Galata e concludersi proprio all’hotel dell’Assassinio.