Libero, 24 luglio 2025
Adottato in Italia, muore in Ucraina
«Se dovessi morire là morirei da eroe». Una profezia, un atto di coraggio: chiamatelo un po’ come vi pare ma queste parole di Artiom Naliato, il ragazzo 21enne di origini ucraine e di adozione italiana, morto sotto un bombardamento russo mentre difendeva il suo Paese e (soprattutto) quello in cui credeva, oggi, suonano come un grido di determinazione che è sia dolore sia ardimento. Era un ragazzo serio, Artiom. Era uno che non si lamentava mai, che non si piangeva addosso. Uno cresciuto a Tribano, in provincia di Padova, col cuore diviso tra l’Italia e l’Ucraina, con la testa ben piantata in un ideale che era quello di dare una mano, di fare quel che poteva, di portare il suo contributo per garantire la libertà del Paese in cui era venuto al mondo. In Ucraina è andato una prima volta (dopo l’invasione dei tank russi) nel maggio del 2022: è stato là per tre mesi. «Prima di partire ci ha confidato quella frase», racconta la sua mamma adottiva Paola, «non potevamo fermarlo. Rincorreva questa scelta con una determinazione assoluta». E d’altronde basta guardalo sui social network in quelle foto che metteva in rete mentre indossava la tuta mimetica e stava ben attento a non mostrare il volto: non diceva mai dov’era, non dava mai indicazioni troppo precise, non voleva neanche mettere in pericolo i suoi in Veneto. Si sentiva con loro ogni giorno: era sempre educato, sempre rispettoso, preferiva non accennare alla guerra anche per non farli preoccupare (mica è facile, mica è una cosa semplice da vivere). Aveva terminato l’addestramento obbligatorio appena una settimana fa, Artiom: stava per iniziare quei sei mesi al fronte con la Legione internazionale per i quali si era tanto speso contro il parere di tutti. «Abbiamo fatto ogni cosa per convincerlo a non partire, davvero ogni cosa», spiega tra le lacrime babbo Graziano, «ma la guerra era la sua passione, per noi è un immenso dolore. È morto per ciò in cui credeva davvero». Sul muro dei soldati nella base in cui si è allenato, accanto alla firma di Artiom, c’è ancora la scritta “from Italy”.