Avvenire, 24 luglio 2025
L’estate amara dello zucchero per il caldo record (e gli insetti)
Non è un’estate dolce per lo zucchero italiano. A guastare del tutto una stagione che avrebbe dovuto risollevare le sorti del settore bieticolo-saccarifero dopo un deludente 2024 ci pensano gli insetti, proliferati a causa delle alte temperature di quest’anno. A denunciarlo è l’unico produttore italiano, Coprob Italia Zuccheri, la filiera in grado di commercializzare solo zucchero italiano 100%. In questi giorni è iniziata la raccolta della barbabietola da zucchero nello stabilimento di Minerbio (Bo) e per fine mese inizierà il ritiro presso lo stabilimento di Pontelongo (PD). Secondo l’industria cooperativa, «l’avvio della raccolta delle bietole, provenienti dagli areali di Veneto, Emilia- Romagna, Marche, ma anche Lombardia, Friuli e Piemonte, ci consegna una pianta sana in grado di rispondere all’andamento climatico, ma non senza criticità». Soprattutto nell’area veneta (ma non solo) «si registrano situazioni allarmanti a causa di numerosi attacchi d’insetti, prolificati con l’incremento delle alte temperature, che rischiano di mettere a repentaglio le stesse coltivazioni nella loro complessità» osservano i produttori.
A insidiare le barbabietole italiane è soprattutto il Lisso, un insetto sconosciuto fino a pochi anni fa, che insieme alla Spodoptora sta distruggendo le piantagioni in piena maturazione. Si cerca di fronteggiare questa minaccia con gli insetticidi, ma le sostanze attive autorizzate sono poche e le alte temperature ne limitano l’efficacia. Per questo ci si appella alla scienza: «La ricerca deve correre velocemente a trovare delle alternative – ha commentato il presidente di Coprob Italia Zuccheri Luigi Maccaferri – ma negli ultimi 20 anni sono stati persi ben 53 principi attivi autorizzati sulle bietole a livello europeo e come spesso accade non sono stati sostituiti con alternative valide. Questo sta diventando insostenibile per la nostra produzione, ancora di più se siamo vittime di accordi di importazioni di zucchero senza dazi da paesi come il Mercosur o l’Ucraina, che non rispettano i nostri standard e possono utilizzare fitofarmaci a noi vietati».
Il problema non riguarda solo lo zucchero. Dalla cimice asiatica alla Popillia japonica che distruggono frutteti e vigneti, dalla Drosophila suzukii, “golosa” di ciliegie, mirtilli e uva, al cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni, dal Bostrico Tipografico, il “killer” del bosco nell’arco alpino fino al punteruolo rosso che ha decimato le palme, mentre il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) attaccano gli alveari, gli insetti alieni stanno causando danni all’agricoltura per oltre un miliardo di euro l’anno e gli agricoltori, che hanno le mani legate dalla normativa green imposta dell’Unione europea, non possono usare prodotti chimici che hanno larga diffusione in altri Paesi, anche europei. La Coldiretti ha inviato una lettera di fuoco Commissario europeo all’Agricoltura e all’Alimentazione, Christophe Hansen, e al Commissario alla Salute e al Benessere animale, Olivér Várhelyi. Questa invasione è figlia, ovviamente, del cambiamento climatico, ma è favorita anche dalla riduzione dei prodotti fitosanitari autorizzati «senza che siano state prima sviluppate soluzioni di difesa integrata, come tecniche di controllo evolute e attrezzature di precisione per una gestione efficace di parassiti, malattie e malerbe. A rendere più complessa la difesa delle colture è peraltro la burocrazia, soprattutto a causa di una mancata armonizzazione delle normative all’interno dei confini Ue. Accade infatti che ogni sostanza debba essere approvata e valutata a livello nazionale» sottolinea la confederazione agricola. Sulla stessa linea troviamo i produttori di zucchero: «La revisione dei fitofarmaci a difesa delle coltivazioni, figlia di una politica ideologica green europea ci lascia assai pochi strumenti di difesa dei nostri campi – conferma Maccaferri –. Coprob insieme alle aziende di fitofarmaci sta lavorando a delle alternative, almeno per il prossimo anno».