corriere.it, 23 luglio 2025
Bird Strike, aumentano le collisioni tra aerei e volatili: lo scorso anno sono state 2.600
Nel corso del 2024 i casi di «bird strike» o «wildlife strike», ovvero di collisione tra aerei e volatili, perlopiù in fase di decollo, sono stati in Italia 2.618, con un aumento dell’8,36% rispetto all’anno precedente. Questi eventi possono avere anche conseguenze gravi, quando i volatili colpiscono e rompono il parabrezza o quando si infilano nei motori. E proprio per questo vengono sempre segnalati, anche quando non compromettono il volo. Tuttavia andrebbero sempre prevenuti. Per questo motivo l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino hanno siglato una convenzione di 30 mesi per la creazione del primo laboratorio italiano dedicato all’identificazione scientifica dei resti di vertebrati coinvolti in situazioni di questo tipo.
Lo studio è finalizzato a identificare con maggiore precisione le specie «investite», per aiutare i responsabili della sicurezza in volo a predisporre le contromisure più adeguate per prevenire gli impatti e le loro eventuali conseguenze. Se per fortuna nella maggior parte dei casi non sono letali per le persone a bordo, lo sono quasi sempre per gli uccelli colpiti o triturati dalle turbine. In diversi aeroporti vengono utilizzati falchi appositamente addestrati o altri strumenti di dissuasione per tenere gli animali lontani dalle piste, ma sapere con certezza a quale specie appartengano permetterebbe di studiare interventi più mirati.
«Il wildlife strike – spiega Enac in un comunicato – rappresenta una delle principali sfide per la sicurezza aerea. Tuttavia, oltre il 56% degli eventi non viene identificato in termini di specie animale, limitando l’efficacia delle misure di prevenzione». «La conoscenza precisa delle specie coinvolte negli impatti è fondamentale per elaborare misure di controllo efficaci e specifiche – dichiara il presidente del Bird Strike Committee Italy e direttore centrale Enac Claudio Eminente -. Questo laboratorio rappresenta un salto qualitativo nella nostra capacità di prevenzione e mitigazione del rischio».
La convenzione prevede che tutti i campioni provenienti dagli aeroporti italiani vengano analizzati entro 30 giorni dal loro arrivo presso il laboratorio. I risultati confluiranno in un database realizzato secondo standard internazionali e saranno condivisi con Enac e i gestori aeroportuali per implementare strategie di controllo mirate. Il laboratorio torinese, sul modello del Feather Identification Lab dello Smithsonian Institution di Washington, utilizzerà un approccio integrato che combina analisi morfologica, microscopica e genetica (Dna barcoding).
Grazie a collezioni di oltre 550 specie europee – viene sottolineato –, garantirà identificazioni precise per oltre il 90% dei casi analizzati. Il progetto, guidato dal dott. Marco Pavia, allinea l’Italia alle migliori pratiche internazionali e contribuirà alla ricerca scientifica globale attraverso pubblicazioni specialistiche e partecipazione a convegni internazionali.