repubblica.it, 23 luglio 2025
Deluse dagli uomini, rassegnate all’amore: tra le donne è sempre più diffuso l’“heterofatalism”
Se vi siete mai sentite deluse, incomprese, insoddisfatte, stanche persino di continuare il disperato tentativo di avere una relazione sentimentale decente con un uomo, non siete sole. Non che questo basti necessariamente a confortare, ma è ormai un fenomeno così diffuso tra le donne, da avere un preciso nome nel mondo accademico.
Asa Seresin della University of Pennsylvania l’aveva prima definito “heteropessimis”, ossia il pessimismo di poter mai costruire un rapporto etero funzionale, per passare poi alla definizione più poetica di “heterofatalism”, dove l’accento non si pone più sulla scarsa fiducia nella possibilità di raggiungere un risultato positivo, ma piuttosto sull’eterna inevitabilità e la rassegnazione quasi cosmica al fallimento.
Il New York Times ha dedicato a questa sciagura dei tempi moderni, o magari a questo pragmatico progresso verso il realismo nelle interazioni umane, uno sconfinato saggio di Jean Garnett, vincitrice del Pushcart Prize “al lavoro su un libro riguardo le relazioni”. Lei scende nei dettagli personali, per spiegare attraverso i propri fallimenti cosa intenda. Prima di tutto quello del suo matrimonio, finito perché lei si è innamorata di un altro uomo identificato come J, che però dopo un periodo di intesa sorprendente è tornato a chiarire quanto impossibile fosse per lui trasformarlo in un impegno di lungo termine, o comunque anche solo in un qualsiasi tipo di impegno. Al punto che Jean si chiede: ma questi uomini che si appigliano sempre alla scusa del “non posso”, hanno mai sentito il concetto di “non voglio”, abbinato al coraggio di riconoscerlo?
Le radici del fenomeno potrebbero essere le più disparate. Quando gli uomini, almeno quelli americani, sapevano che il loro posto nella società, o comunque la loro abitudine accettata, era andare al bar, ubriacarsi, liberarsi delle inibizioni tutto era facile e possibile. Poi seguiva sempre il cliché della ragazza che anelava alla serietà della relazione, e del ragazzo che invece scappava, ma questo è un altro discorso su cui adesso non vale la pena di formalizzarsi.
Oggi invece domina l’ansia mascolina, che magari sarà comunque una scusa per scappare, però lascia la sconfortante impressione che l’uomo non sappia più nemmeno cosa desidera. Per non parlare poi di come realizzarlo.
Da qui anche il dubbio amletico delle donne riguardo cosa fare del proprio desiderio. Una strada possibile sarebbe una relazione con un’altra donna, almeno ci si capisce e si cammina nella stessa direzione, che poi conta più di qualunque altra cosa nella vita in comune. Il problema però sorge quando il desiderio resta etero, sommato all’assoluta mancanza di materiale umano anche lontanamente in grado di capirlo, se non soddisfarlo.
Ci fermiamo qui, bruscamente, perché qui si ferma Jean Garnett nel suo saggio. Ossia senza risposta.