Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  luglio 23 Mercoledì calendario

Ceccon “Ora vivo da solo ho imparato a mettere la testa fuori dall’acqua”

Il bello del nuoto. Thomas Ceccon, 24 anni, veneto, unico primatista mondiale dell’Italia delle piscine. Il suo capolavoro: 51”60 sui 100 dorso nel 2022. Il presente e il futuro dell’acqua azzurra. Oro olimpico a Parigi 2024. Uno che per orizzonte ha il cielo e non la riga nera. Lui va via di schiena come nella canzone di Baglioni. È rientrato dall’Australia dove ha vissuto per quattro mesi, una trasfertadown-under che doveva servire come cura per lo stress accumulato prima e durante gli ultimi Giochi.
Ceccon, il bello addormentato.
«Mi chiamano ancora così per via di quella foto nel villaggio olimpico che ha fatto il giro del mondo. Io sdraiato su un fianco accanto alla panchina, all’aria aperta. Quindici minuti di sonno e un oro olimpico. Chiedo: “Voi cosa volete ricordare di me? La medaglia o la panchina?”. Quanto al bello e al sex symbol andiamoci piano, se di una atleta si sottolinea il lato fisico arriva la critica di maschilismo, io vorrei parità di trattamento. Anche io sono mio».
Com’è andata a Brisbane?
«Avevo bisogno di fuggire, ma è stato uno sbalzo emotivo enorme.
Per la prima volta sono andato via da solo, alloggiavo presso una signora e mi cucinavo. Sveglia alle 5.30, niente riposo pomeridiano, io alla siesta ero abituato, palestra tre volte a settimana, molti chilometri in acqua. Ero stanchissimo, alla sera crollavo, alle 22 a nanna. Proprio io che sono insonne, che vado a letto alle sei di mattina, che litigavo con la notte. L’Australia mi ha aiutato a svuotarmi la testa. L’aria è diversa. Sono dovuto andare dall’altra parte del mondo per trovare un po’ di leggerezza. Nei weekend sono andato a surfare all’alba.
Sempre acqua è».
Che cosa ha imparato?
«Ad aprirmi con le persone, a chiedere: come va, come stai? A interessarmi un po’ agli altri, al significato delle cose, a guardarmi attorno. Un po’ di gentilezza non costa. Appena rientrato sono ripiombato nella solita atmosfera, maleducata direi».
Stavolta a Verona con chi ha litigato?
«Ero in piscina al centro federale ad allenarmi. Ho chiesto a dei ragazzi di spostarsi, non vedevo un orologio, mi hanno rispostomale, con durezza. C’è stata una discussione. Dico, un po’ di rispetto».
A Parigi era ammirato dall’autoreclusione di Léon Marchand.
«Sì, il campione francese per tutta la durata delle Olimpiadi non ha mai voluto incontrare la famiglia che pure era lì. E ha vinto quattro medaglie d’oro. Le pressioni esterne sono devastanti. C’è chi si toglie dai social. Io stesso non voglio che i miei mi scrivano messaggi durante le gare.
Eliminare i rumori esterni aiuta.
L’ansia galleggia con te, non puoiaffondarla».
Invidioso di chi sta in campo più di cinque ore?
«Sono diventato un grande fan di Sinner anche perché ogni suo incontro è ben segnalato. Perdi un match? Puoi rifarti la settimana dopo. Chi vince Wimbledon guadagna 3 milioni e mezzo di euro, meritatissimi, ma non c’è confronto con una gara di nuoto dove se ti va bene prendi 15mila dollari. Siamo squali, ma restiamo pesci piccoli».
È andato a vivere da solo.
«Ho preso casa a Verona dove mi alleno. Mamma all’inizio mi ha aiutato nell’organizzazione, ora me la cavo, non mi lamento. Mi piacerebbe però non essere più solo. Vorrei incastrarmi».
Scusi?
«Tornare a casa e trovare una persona che mi aspetti. Una compagna, insomma, con cui condividere e convivere. Fare l’atleta e il fidanzato è dura. Vengo da una prima esperienza sentimentale non felice, è passata,ma mi ha fatto male e sono dovuto ricorrere a un aiuto psicologico. È stata una buona scelta e lo dico con molta serenità anche se spesso gli uomini preferiscono tenerlo nascosto per paura di mostrarsi deboli o fragili. Mi sono sfogato con il nuoto».

Missione compiuta, è sul gradino più alto.
«Ai mondiali di Singapore sono venuto per arrivare primo. O vinco o vinco. Anche se ormai ne sono consapevole: una medaglia copre, ma non scalda. Devi imparare a mettere la testa fuor d’acqua».