L’Adige, 23 luglio 2025
Caso Prati, 436 professori da tutto il Trentino firmano una lettera contro la Gerosa
Sono 436 le firme, raccolte in soli quattro giorni, di docenti da tutta Provincia che, con una lettera rivolta al presidente Maurizio Fugatti e ai consiglieri provinciali esprimono pubblicamente «il profondo disagio e preoccupazione per come è stata gestita, a livello comunicativo, l’ispezione condotta presso il Liceo Prati di Trento». Sul tavolo ancora una volta la “visita di valutazione”, così come definita dalla giunta, al liceo classico di Trento in seguito a delle segnalazioni interne relative al mancato benessere degli studenti.La nota dei docenti, pur riconoscendo la legittimità dell’intervento della Sovrintendenza e del Dipartimento, mette in discussione la trasformazione dell’ispezione in una «campagna pubblica sistematicamente demolitrice nei confronti dell’istituzione scolastica». «Quotidianamente – denunciano i docenti – l’assessora all’Istruzione è intervenuta sulle testate giornalistiche locali, spesso anche su più di una nello stesso giorno, con dichiarazioni fortemente critiche nei confronti del Liceo Prati, dei suoi docenti e della sua organizzazione interna. La scorsa settimana, la vicenda è finita anche su una testata nazionale». Un pressing mediatico che, sempre secondo il parere dei docenti, avrebbe comportato delle conseguenze pesanti sugli studenti, i genitori e su chi lavora nella scuola. Ma la critica non si ferma qui. Nel mirino della lettera infatti non solo l’assessora Francesca Gerosa, ma anche il Presidente della consulta dei genitori Maurizio Freschi, accusato di ricoprire un «groviglio di cariche» essendo al contempo anche nel Consiglio dell’istituzione del Liceo e responsabile del Dipartimento Istruzione di Fratelli d’Italia per il Trentino-Alto Adige, lo stesso partito a cui appartiene Gerosa. «Tale coincidenza politica – sostengono i docenti – legittima dal punto di vista formale, non può tuttavia giustificare un’azione istituzionale che ha preso i toni e i modi di un attacco pubblico frontale, in totale squilibrio rispetto al ruolo super partes che quei rappresentanti avrebbero dovuto mantenere». Nel frattempo Freschi, che promette già oggi una replica ad hoc sull’argomento, anticipa la legittimità e democraticità delle proprie cariche, tutte elettive. «Ci chiediamo – ribadiscono i firmatari tornando a Gerosa – se è davvero questo il ruolo di un’assessora all’istruzione. Noi credevamo che il suo compito fosse quello di accompagnare, sostenere, valorizzare. Le critiche sono legittime, certo. Ma questa non è una critica costruttiva. È un’azione demolitrice. E ci chiediamo, con amarezza e incredulità: cosa si può ricostruire dalle ceneri?». Infine parole dure anche nei confronti dei sindacati, ritenuti come i grandi assenti sul tema: «non possiamo non segnalare il totale silenzio delle organizzazioni sindacali – scrivono i docenti – che non hanno ritenuto di prendere alcuna posizione, come se la dignità dell’insegnante potesse essere sacrificata senza alcuna conseguenza».Chiara la richiesta a Fugatti: «Chiediamo che si ristabilisca un equilibrio, che venga interrotta questa esposizione mediatica sproporzionata e che si torni ad una gestione rispettosa e istituzionale tra amministrazione e scuola – concludono i docenti -. E soprattutto, che sia riconosciuto anche ai docenti il diritto a lavorare in un clima dignitoso, protetto e professionale, come a qualunque altro lavoratore».