lastampa.it, 22 luglio 2025
Giustizia, il Senato approva la separazione delle carriere con 106 sì
Con 106 voti a favore, 61 no e 11 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il disegno di legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere in magistratura, tra pm e giudici. A favore del provvedimento le forze di maggioranza, Fdi, Fi e Lega, cui si è aggiunto Calenda, contrari il Pd e il M5S, mentre Italia Viva si è astenuta. Il testo di riforma costituzionale, già approvato a gennaio scorso dalla Camera -per la prima delle quattro letture previste- dopo il via libera di oggi del Senato, dovrà fare altri due passaggi parlamentari, di nuovo alla Camera e poi a Palazzo Madama, non prima di tre mesi da oggi, con il quorum del voto che sarà fissato ai 2/3 dell’Aula, per poter evitare il passaggio referendario per la conferma della riforma costituzionale. Referendum ritenuto probabile e atteso per la prossima primavera.
In segno di protesta contro la separazione delle carriere, il M5S nell’aula del Senato al termine del voto ha sollevato dei cartelli chiedendo alla maggioranza di non portare avanti questa legge in nome di Falcone e Borsellino, tirati in ballo dal centrodestra continuamente, in maniera impropria e offensiva nei confronti dei due simboli dell’antimafia. Nella stessa protesta i Cinquestelle hanno denunciato che la separazione delle carriere viene, piuttosto, fatta per portare a compimento il progetto di Licio Gelli e quello di Silvio Berlusconi. I senatori del Pd, invece hanno mostrato il testo della costituzione capovolto.
«Il voto di Forza Italia al Senato, sarà simbolicamente dedicato all’ex premier Silvio Berlusconi». Lo ha annunciato il senatore azzurro Pierantonio Zanettin, in dichiarazione di voto sul ddl sulla separazione delle carriere dei magistrati, nell’Aula di Palazzo Madama. «Voglio iniziare questa dichiarazione segnalando un atto simbolico – ha esordito Zanettin – ringraziando pubblicamente il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri per l’onore riservatomi di intervenire «dal seggio che è appartenuto al presidente Silvio Berlusconi». «A Berlusconi, alla sua azione e alla sua memoria vogliamo dedicare lo storico voto di oggi», ha sottolineato Zanettin rammentando come «la battaglia per la riforma della giustizia fa parte del Dna storico di Forza Italia. Battaglia che il nostro partito ha voluto fosse costantemente inserita nel programma del centrodestra. Il nostro – ha aggiunto – e’ il partito del giusto processo e della separazione dei poteri, il partito in cui militano Caterina Chinnici, europarlamentare, figlia di Rocco Chinnici, mentre nell’altro ramo del Parlamento siede Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Dalla Chiesa, figure eroiche e martiri della lotta alla mafia». «Quella sulla giustizia – ha ribadito ancora Zanettin – e’ una battaglia che caratterizza la nostra storia politica, di oltre trenta anni di confronto parlamentare e nel Paese, ed oggi ne cogliamo i frutti», ha sottolineato Zanettin dedicando anche un pensiero commosso a Niccolo’ Ghedini, «che della separazione delle carriere fin dagli anni ’90, quando era segretario dell’Unione delle Camere penali, e’ stato un grande sostenitore».
«Oggi è una giornata che resterà nella storia. Il cammino verso una giustizia più giusta, che la Lega ha intrapreso sin dai referendum, è a un passo dal traguardo. L’approvazione al Senato della riforma della giustizia garantirà parità fra tutte le parti coinvolte in un processo e renderà effettiva l’autonomia della magistratura dalle distorsioni correntizie, anche grazie all’istituzione dell’alta corte. Ora procediamo spediti, l’Italia lo merita». Così il sottosegretario alla Giustizia, Senatore Andrea Ostellari.
Il senatore di Italia viva, Matteo Renzi, intervenendo al Senato sulla riforma della giustizia e rivolgendosi al Guardasigilli, Carlo Nordio, presente in Aula, ha detto: «Con questa riforma non state facendo una rivincita della politica sulla magistratura ma un’operazione interna della magistratura dove le toghe brune, guidate da Mantovano e dalla sua capo gabinetto Giusi Bortolotti e con tutti i magistrati portati al governo, tutti voi state regolando i conti con l’altra parte della magistratura e io che ho contrastato le toghe rosse, non mi metterò oggi ad annuire per le toghe brune. Questa riforma la politica viene totalmente cancellata. Alla presidente del Consiglio voi non chiedete una posizione coerente: la premier è sempre stata giustizialista con gli avversari, è quella di Bibbiano, di Open. La presidente del Consiglio non sa cos’è il garantismo se non quando le vicende riguardano la propria famiglia, la sorella e i compagni di partito. La premier punta agli slogan, non si cura delle norme, fa l’influencer sui dazi, sulla sicurezza. Figuriamoci se non lo fa sulla separazione delle carriere».
«Processi lumaca, precari a rischio nei tribunali, app per il processo telematico che hanno creato caos, disagi e file per settimane, criminali che scappano prima dell’arresto perché con la riforma Meloni-Nordio vengono avvertiti, borseggiatori impuniti perché senza la denuncia del derubato forze dell’ordine e tribunali non possono fare niente. Ovviamente questi non sono problemi da risolvere per il Governo Meloni perché sono i problemi dei comuni cittadini. Molto più importante mettere il guinzaglio ai magistrati, proteggere politici e potenti dall’azione dei tribunali e realizzare il sogno di Licio Gelli e della P2: è per questo che poco fa hanno approvato la separazione delle carriere al Senato», ha scritto sui social il presidente dei 5 stelle, Giuseppe Conte.