repubblica.it, 22 luglio 2025
Spese folli con la moglie per 900 mila franchi, nuove accuse al fondatore del World Economic Forum
Klaus Schwab, l’87 enne fondatore del World Economic Forum di Davos, non ci sta a passare per un profittatore dei fondi della sua creatura e per un molestatore di collaboratrici. Dimessosi in aprile dalla presidenza onoraria del Wef, dopo che erano emerse spese non giustificate per viaggi insieme alla moglie 79 enne Hilde, come pure il “vizietto” di comportamenti inadeguati nei confronti di alcune dipendenti, Schwab è insorto per la pubblicazione, da parte del settimanale svizzero SonntagsZeitung, di alcune accuse puntuali nei suoi confronti. Accuse contenute nel rapporto dello studio legale svizzero Homburger, incaricato di far luce sulla vicenda.
Spese ingiustificate e mail provocatorie a giovani dipendenti
Nonostante un accordo di riservatezza, tra Schwab e i vertici del Forum, i cronisti della SonntagsZeitung hanno messo le mani e, quindi, pubblicato, il nocciolo imbarazzante delle accuse rivolte a colui che, ancora fino a pochi mesi fa, era considerato il padre-padrone della grande kermesse economico-finanziaria elvetica, capace di catalizzare, a Davos, la presenza di capi di Stato e grandi imprenditori.
Fatto sta che i mastini dello studio Homburger hanno scoperto che Klaus Schwab, in 10 anni, ha speso 900 mila franchi in viaggi non giustificati con la consorte, la quale peraltro non ha mai avuto alcun rapporto di collaborazione con il World Economic Forum. Inoltre, sempre stando al settimanale che ha messo il dito nella piaga delle debolezze del fondatore del Wef, “Schwab avrebbe anche inviato mail provocatorie a giovani dipendenti”.
La risposta di Schwab
All’uscita dell’articolo Klaus Schwab ha rilasciato una dichiarazione scritta, attaccando il consiglio di amministrazione del Wef, di cui fa parte anche Christine Lagarde, affermando che “non è stato rispettato, in alcun modo, l’accordo su una soluzione amichevole della vertenza”, che prevedeva la discrezione dei media.
L’ex-presidente onorario della manifestazione grigionese si è detto, inoltre, in grado di confutare tutte le accuse rivoltegli. Certo è che lo sviluppo a puntate di quella che appare una squallida vicenda di privilegi ingiustificati e atteggiamenti senili e padronali nei confronti delle donne, rischia di creare un grave danno reputazionale al World Economic Forum.
Verso la prossima edizione del Wef
I guai, peraltro, erano già iniziati nel luglio dello scorso anno, quando il Wall Street Journal aveva denunciato atteggiamenti discriminatori nei confronti delle impiegate afroamericane, da parte dei vertici del Wef, fondatore compreso.
Insomma, da una parte l’attenzione e il riconoscimento verso nuove figure femminili come l’icona ambientalista svedese Greta Thunberg, invitata a Davos al culmine della sua popolarità, dall’altro il vecchio stereotipo del maschio bianco dominante. Con l’aria che tira il Wef deve in fretta risollevarsi, altrimenti la prossima edizione, tra meno di 6 mesi, rischia di scivolare sulle debolezze di colui che, per decenni, è stato il suo deus ex-machina.