repubblica.it, 22 luglio 2025
Gita Gopinath si dimette. E così Trump può entrare nel Fondo monetario internazionale
Ai vertici del Fondo monetario internazionale ci sarà presto una sedia vacante. Gita Gopinath, primo vice direttore generale, lascerà l’istituto dopo sei anni per tornare ad Harvard alla fine dell’estate.
Le dimissioni e il richiamo all’accademia da parte dell’economista potrebbero avere effetti più ampi a livello geopolitico e spianare la strada a Donald Trump, da mesi impegnato a rimodellare l’economia globale con le sue tariffe. La carica, infatti, seconda solo a quella del direttore generale, viene solitamente ricoperta da un candidato dell’amministrazione statunitense, mentre i leader europei storicamente influenzano la nomina per il ruolo di direttore generale.
L’ingresso nel fondo sotto la guida di Lagarde
Cittadina Usa dalle origini indiane, Gopinath è entrata nel Fmi nel 2019 come prima donna capo economista, chiamata dall’allora direttrice generale, Christine Lagarde, oggi presidente della Bce. “Un’opportunità unica nella vita”, ricorda Gopinath. Apprezzata come economista e come manager, all’inizio del 2022 – sotto l’amministrazione Biden – viene promossa dal consiglio del fondo come numero due, al fianco della direttrice Kristalina Georgieva.
Le mani di Trump sull’economia
Con il suo ritorno alla Casa Bianca, Trump ha scosso le basi dell’economia internazionale con ripetute minacce commerciali, seguite il più delle volte da immediati passi indietro. Ha poi sferzato una serie di attacchi al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, arrivando a sventolare una lettera di dimissioni davanti agli occhi increduli di alcuni deputati repubblicani.
Parimenti, la seconda amministrazione Trump non ha mai celato il desiderio di riformare le istituzioni di Bretton Woods, che comprendono la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Entrambi vedono negli Stati Uniti il loro maggiore azionista.
Ad aprile il segretario al Tesoro Scott Bessent ha accusato le due organizzazioni di mission creep (andare oltre la loro missione), e le ha invitate a fare un passo indietro rispetto alle loro “agende tentacolari e non focalizzate”. Per Bessent, gli Stati Uniti e altri Paesi “devono far sì che l’Fmi torni a essere l’Fmi”, aggiungendo che l’attenzione a questioni come il clima, il genere e i temi sociali, che sono stati oggetto di attenzione sotto la guida della Georgieva, “non sono la missione del fondo”.
Il ritorno di Gopinath alle radici
La nomina del primo vice direttore generale è di competenza del direttore generale, ma la prassi vuole che la posizione sia storicamente associata a un candidato del Tesoro americano. Quest’ultimo non ha ancora svelato la lista dei potenziali nomi, mentre l’Fmi ha fatto sapere che un successore arriverà “a tempo debito”. Secondo Reuters, la tempistica della mossa avrebbe colto di sorpresa alcuni addetti ai lavori del fondo e sarebbe stata voluta da Gopinath.
“Ora torno alle mie radici nel mondo accademico, dove non vedo l’ora di continuare a spingere la frontiera della ricerca nella finanza e nell’economia internazionale per affrontare le sfide globali, e di formare la prossima generazione di economisti”, ha scritto Gopinath in un post su X.
“Sono politicamente molto ingenua”
Quella politica che ora brama la sua poltrona, non è mai stata l’aspirazione di Gopinath. “Mi considero una tecnocrate, politicamente molto ingenua”, aveva detto nel 2016 in un’intervista a Press Trust of India. Allora, da ricercatrice di Harvard, era stata scelta come consigliera economica del ministro capo dello stato indiano del Kerala, Pinarayi Vijayan.
“Sono un economista. Non mi attribuisco alcuna etichetta e se posso essere d’aiuto al Kerala riflettendo su alcune questioni economiche e fornendo il mio contributo, che può essere preso o scartato, penso che sarebbe una buona cosa”.