Corriere della Sera, 22 luglio 2025
«Alexander Romanovsky suonò davanti alle macerie del teatro di Mariupol»: dopo le polemiche, annullato a Bologna il concerto del pianista ucraino
Dopo Caserta, anche Bologna. In mattinata l’annuncio della Reggia che ha annullato il concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, nel pomeriggio la stessa decisione viene presa nel capoluogo emiliano dagli organizzatori dell’evento del pianista ucraino filorusso Alexander Romanovsky. Il musicista era atteso a Bologna il prossimo 5 agosto, ai giardini di Porta Europa in piazza Sergio Vieira de Mello. Uno spettacolo all’interno degli eventi di Cubo, il museo d’impresa del gruppo Unipol, dal titolo “Favorite Chopin”, che fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune e dalla Città Metropolitana. Un concerto che, dopo le polemiche politiche sollevate dal Partito liberaldemocratico di Luigi Marattin e da Azione, alla fine non si farà. Lo fa sapere lo stesso Comune guidato dal sindaco Matteo Lepore dopo aver sentito gli organizzatori dell’evento. «Il concerto – spiega l’amministrazione comunale – sarà sostituito con quello di un’altra artista e sarà annunciato a breve».
Le prime critiche all’indirizzo dell’amministrazione comunale erano arrivate dal partito di Marattin. «È inaccettabile che Comune e Città Metropolitana di Bologna garantiscano il patrocinio alla esibizione nella nostra città del pianista ucraino filorusso Alexander Romanovsky. Bologna è una città dalle solidissime tradizioni democratiche e antifasciste: non si può avallare il fascismo putiniano consentendo a uno dei suoi propagandisti di toccare il nostro suolo senza, con questo, sporcare la nostra gloriosa bandiera». L’artista, continuava il Partito liberaldemocraticato, «ha suonato sulle macerie del teatro di Mariupol, cittadina devastata dagli invasori russi, simbolo della ferocia dei fascio-putiniani». Da qui la richiesta al sindaco Matteo Lepore di annullare l’esibizione. «Lo rispedisca a casa sua o ci restituisca la dignità di bolognesi».
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Sulla stessa posizione anche Azione. «Ho appreso con soddisfazione della cancellazione del concerto di Caserta. Ci aspettiamo la stessa cosa a Bologna», le parole di Carlo Calenda. «E non perché occorra censurare la cultura, ma perché stiamo parlando di propagandisti di Putin, cioè persone che Putin ha utilizzato e che si sono fatte utilizzare e si sono anche arricchite per propagandare le idee di un dittatore che sta ogni notte bombardando civili ucraini e credo che non sia accettabile», ha aggiunto il leader di Azione. La stessa richiesta era arrivata poco prima dal senatore bolognese di Azione Marco Lombardo. Sulla stessa scia pure Igor Boni, Marco Taradash, Silvja Manzi e Federica Valcauda di Europa Radicale.
Casi analoghi, con Romanovsky protagonista, sono successi a febbraio di quest’anno a Genova, quando a chiedere l’annullamento del concerto fu sempre Azione, e a Roma nel gennaio 2024. In quell’occasione l’esibizione prevista nell’Aula Magna della Sapienza venne annullata dopo le minacce ricevute dagli organizzatori.