corriere.it, 21 luglio 2025
Epstein, il super avvocato Dershowitz: «Ghislaine Maxwell sa tutto, ed è pronta a testimoniare. È la "Stele di Rosetta"». E lei aumenta le cautele in carcere: «Non resta mai sola»
Donald Trump, allarmato perché per la prima volta da quando è sceso in politica ha perso il controllo della narrativa e vede la campagna per pubblicizzare i suoi presunti successi (la legge sugli sgravi fiscali, quella sulle valute digitali, la linea dura sui dazi col calo delle importazioni) annegare nella tempesta del caso Jeffrey Epstein, ora abbassa i toni: controproducenti le sue reazioni furiose contro i fan delusi.
L’attenzione si sposta, così, sempre più su Ghislaine Maxwell, la compagna del miliardario pedofilo suicidatosi in carcere nel 2019 che, sua complice, sta scontando 20 anni di carcere e, soprattutto, su Alan Dershowitz: celebre avvocato conservatore che nella sua carriera ha difeso notissimi criminali, da O.J. Simpson a Roman Polanski, passando per Harvey Weinstein, Mike Tyson e lo stesso Epstein. Ma che è stato anche difensore di Trump nel primo processo per impeachment, nel 2020.
Mentre la stampa progressista, vista l’indignazione del mondo MAGA davanti al tentativo di Trump di dichiarare il caso Epstein chiuso, anzi inesistente, torna a scandagliare gli antichi legami fra Trump e miliardario pedofilo, rilanciando le testimonianze di vittime come Maria Farmer e Stacey Williams che a suo tempo non avevano per nulla scandalizzato i fan di The Donald, Dershowitz ha passato la domenica a dare interviste alle reti conservatrici, da Fox a Newsmax, con un messaggio che suona come una sfida a Trump e al mondo politico, forse non solo conservatore.
Dershowitz (sospettato di essere stato anche lui, oltre che legale, amico intimo di Epstein al quale mandò, per il suo 50esimo compleanno, una lettera di auguri a sfondo sessuale simile a quella attribuita a Trump e che il presidente nega di aver mai scritto), sostiene che i tentativi della stampa di mettere le mani su documenti esplosivi sono destinati a fallire. Ma anche la tardiva promessa di trasparenza di Trump che ora chiede alla sua ministra della Giustizia, Pam Bondi, di pubblicate i transcript del «grand jury» non ha alcuna consistenza: solo una cortina fumogena.
Dopo aver ribadito che Epstein ha sì abusato personalmente di un gran numero di minorenni, ma non ci sono prove che le abbia poi fatte prostituire con suoi amici più o meno celebri, l’avvocato sostiene che non esistono «liste dei clienti» di Epstein né «libri neri» redatti per ricattare i potenti. Esiste solo l’elenco dei nomi fatti dalle persone che hanno frequentato il miliardario e la sua isola privata nei Caraibi che hanno testimoniato nelle varie indagini. Elenchi che sono in possesso di due o tre giudici di New York tenuti al segreto. Se si vuole fare luce, aggiunge Dershowitz, l’unica chiave è Ghislaine Maxwell: «Sta scontando ingiustamente la condanna che sarebbe toccata ad Epstein e sa tutto. Ѐ la Stele di Rosetta (quella che ha svelato i segreti di antiche civiltà, ndr) di questa vicenda e, a quanto ne so, è pronta a raccontare tutto, testimoniando davanti al Congresso se le verrà garantita l’immunità».
Accadrà? Ѐ improbabile e non è detto che le riserve verrebbero solo da Trump e dai repubblicani, visto che potrebbero venir fuori anche nomi di democratici eccellenti come Bill Clinton. Ma già la semplice ipotesi rende più difficile il tentativo, in corso da giorni, di sedare la rivolta dei MAGA. Molti influencer che avevano attaccato Trump per il suo voltafaccia stanno rientrando nei ranghi, mentre i capo dell’FBI, Kash Patel e Dan Bongino, che erano stati accaniti sostenitori delle teorie cospirative che volevano Epstein assassinato in carcere su mandato del deep state di pedofili democratici, ora tacciono. Ma per Trump, stavolta, la ferita è più difficile da rimarginare.
Stacey Williams, che fu fidanzata di Epstein per 5 mesi nel 1993, è tornata sulla CNN per raccontare una visita alla Trump Tower durante la quale fu palpeggiata da Trump contro la sua volontà, mentre Epstein sghignazzava, come se i due stessero giocando con lei. Episodio di abuso sessuale che la Williams aveva già denunciato nell’ottobre scorso, alla vigilia delle elezioni: Trump nega tutto.
Il New York Times torna sulla testimonianza di Maria Farmer che nel 1996 dichiarò di essere stata assalita sessualmente da Epstein e da Ghislaine e che l’anno prima (era una sedicenne), quando stava cominciando a lavorare per il miliardario, si ritrovò in una stanza da sola con Trump che gli parve pronto a comportarsi da predatore, ma fu fermato dall’arrivo di Epstein con un secco «lei non è per te». Lo stesso quotidiano ammette che si tratta di semplici indizi e avverte che ci sono dubbi sulla credibilità della Farmer che non fu nemmeno chiamata a testimoniare nel processo contro la Maxwell. Tutte storie già note che in passato non hanno danneggiato elettoralmente Trump. Ritirandole fuori oggi potrebbero essere accolte diversamente da un popolo MAGA che non ha più una fiducia cieca nel suo leader. O potrebbero aiutare la tesi del presidente: sono i democratici che cercano di sobillarvi montando la panna sul nulla.
Rimane Ghislaine, alla febbrile ricerca di uno spiraglio per ottenere la scarcerazione. In galera è molto attiva ma poco amata per la sua storia, la sua ricchezza, i suoi privilegi. Lei sa farsi rispettare e si è scelta come best buddy Nancy Novak, una donna finita in carcere dieci anni prima di lei per aver fatto ammazzare di botte il marito e la suocera. Amica o guardia del corpo? Suo fratello, Ian Maxwell, dice di temere per la sua vita (in passato c’è anche chi ha evocato possibili trame di servizi segreti Usa, inglesi e israeliani), vista anche la fine fatta da Epstein. Lei non ne parla, ma dall’interno del penitenziario dicono che sta attenta, girando ovunque, ad essere sempre in ambienti condivisi con altre persone. Mai in una stanza da sola.