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 2025  luglio 21 Lunedì calendario

Bye bye Little Italy

«Non so chi sia stato», dice Eddie alternando italiano e inglese quando gli chiediamo della battaglia della vernice. Siamo ad Adams Street, nel quartiere Nonantum a Newton nella Grande Boston. La strada degli italiani è delimitata dalla chiesa della Madonna del Carmine da una parte e da Pellegrini Park all’altra estremità.
Meno di 20 minuti a piedi. La statua della Vergine Maria sfila trasportata dai volontari sotto un sole tenace, i volti dei portantini sono imperlati di sudore, ma niente ferma la grande “Festa”, quattro serate sino a ieri sera fra musica, danze, e cibo. I vialetti e le staccionate delle case sono in tinte verde-bianco-rosso, il Tricolore sventola accanto alla immancabile bandiera statunitense. C’è un Babbo Natale addobbato da patriota. Tutti indossano una maglietta bianca con lo “scudetto” tricolore e la scritta “The Lake”. Spiega Ruggiero, 83 anni, dal 1971 in America, proveniente dalla provincia di Frosinone, come molti in questa zona. Nell’area di Boston si stima vi siano 800 mila persone di origini italiane, circa l’8,2% della popolazione cittadina.
«Qui dietro c’è un laghetto, per questo la zona è ribattezzata così». Sotto il portico di fronte al garage di casa lui e la moglie – origini napoletane – hanno preparato barbecue e ogni tipo di cibo. «Mangiamo alle 4, dopo la processione», ci dice e ci tiene a sottolineare che il cancello è sempre aperto, che tutti sono benvenuti. Anche i cinesi. Due famiglie abitano in due case nuovissime di fronte a quella del signor Ruggiero. «Non danno confidenza e non danno fastidio», dice con un sorriso mentre ci spiega che la vita a Nonantum scorre lungo la strada, fra sedie disposte sull’uscio per chiacchierare con chiunque abbia voglia di fermarsi. La battaglia della vernice è piombata sulle celebrazioni portandosi polemiche, scontri al vetriolo sui social, l’arresto di una donna (subito rilasciata), la polizia a presidiare la zona per 4 giorni e i blitz di qualcuno – che Eddie giura di non conoscere e che anche i verbali della polizia bollano come ignoto – per dipingere la strada con i colori italiani.
Serve un passo indietro per capire questa storia che va oltre l’orgoglio italiano e racconta di un’America dove le “tribù” provano a integrarsi, a mescolarsi senza rinunciare alla propria identità. Eddie sintetizza così: «La tutela della nostra identità, delle nostre radici va oltre l’Italia, è per noi simbolo di accoglienza per tutte le comunità e le etnie».
Qualche settimana fa la sindaca di Newton, la democratica Ruthanne Fuller, ha ordinato che le strisce tricolori lungo la mezzeria di Adams Street venissero ridipinte di giallo. Aveva fatto riferimento a normative federali ed evocato ragioni di sicurezza stradale. Ma così facendo Fuller, che Eddie dipinge come la «solita liberal delle Ivy League che parla di inclusività ma non la pratica», ha spezzato una tradizione centenaria.
Da quasi un secolo, infatti, la carreggiata su Adams Street ha il verde bianco rosso della bandiera italiana. A rendere ancora più ostile l’azione della sindaca il fatto che la decisione sia giunta a pochi giorni dalla grande festa della comunità. La risposta è stata una «chiamata al pennello».
Jordan Lee Wagner ha scritto un post indignato sulla pagina Facebook di Nonantum. «Dovremmo scendere in strada e ridipingere con i nostri colori la strada. Che possono fare? Arrestarci?». Con grande sorpresa di Jordan qualcuno ha preso alla lettera il suo appello. E una notte di fine giugno, con il favore delle tenebre, alcune linee gialle sono state coperte con il rosso, le sbavature e i colori sovrapposti sono ben visibili.
«La nostra eredità non sarà cancellata, la nostra voce non verrà silenziata», ha scritto in una nota l’associazione “Save Newton Village” alla vigilia delle celebrazioni di questa settimana. La tensione è cresciuta e Fuller è stata costretta a fare una parziale marcia indietro. Dapprima ha ammesso «gli errori nella comunicazione» riconoscendo che prendere una decisione così impattante per la comunità a pochi giorni dalla Festa non è stato lungimirante. Quindi il compromesso: ok alle strisce tricolori sino a mercoledì quando gli operai del comune copriranno tutto con il giallo. Ruggiero è fatalista, Eddie e l’amico Eric più battaglieri. «È stato un attacco ai diritti civili, alla vera inclusione», dicono all’unisono. Ma nei giardini e sotto i portici delle villette di Adams Street, intanto, si presta più attenzione alla festa che ai colori della strada. —