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 2025  luglio 20 Domenica calendario

Lillo: «La peggior serata della mia vita? Davanti a pensionati che non ridevano mai. Greg geloso dei miei "nuovi" successi? No, siamo due amanti che si ritrovano»

Bugiardo?
«Il giusto, non esistono persone che non dicono bugie. A volte una bugia è aiuta».
Egoista?
«No, egoista no. Sono un sognatore che sogna troppo. In certi momenti dovrei rimanere un po’ di più con i piedi per terra».
«Tu mi vedi così, ma io mangio». Vanesio a modo suo.
«Sono sempre autoironico, è fondamentale».
Bugiardo, egoista e vanesio: sono i tre «pregi» del personaggio che Lillo interpreta in Tutta colpa del rock, al cinema dal 28 agosto, nel cast anche Maurizio Lastrico, Elio e Valerio Aprea. È la storia di un padre assente che per una serie di errori tragicomici finisce in carcere. Li forma una band con altri improbabili detenuti per vincere i soldi necessari a mantenere una promessa fatta alla figlia.
Il suo personaggio è un sognatore come lei.
«Sono riuscito a diventare un artista, era quello che desideravo, perché già da ragazzo avevo capito che era l’unico lavoro adatto a me: non sono tagliato per nient’altro».
Quando ha capito di essere così esibizionista da voler salire sul palco?
«In realtà sono sempre stato un ragazzino timido, sognavo di fare l’artista, ma non immaginavo il palco. Il fatto di esibirmi fisicamente davanti a un pubblico mi spaventava. Ancora oggi a teatro per i primi 20 secondi provo un senso di imbarazzo tremendo».
La svolta?
«Con Greg e la nostra band (Latte & i Suoi Derivati) arriviamo a un locale per una serata. Vedo una fila che gira tutto intorno al palazzo e gli dico: ci deve essere un evento importante… invece erano lì per noi».
La serata peggiore?
«Un giorno all’anno il Teatro delle Vittorie regalava l’ingresso ai pensionati. Noi portavamo in scena uno spettacolo molto surreale, demenziale che piaceva molto ai ragazzi, ma non adatto a un pubblico così. Non hanno mai riso, mai una volta: a un certo punto abbiamo cominciato a ridere noi perché era da non crederci».
Posaman le ha dato un successo inaspettato.
«La popolarità di Posaman è legata al successo galattico di Lol. Il supereroe delle pose ha colpito perché è infantile, diretto, si rifà a una comicità ancestrale e fisica, è un personaggio che comunica all’inconscio perché è uno che si mette in posa subito, un atteggiamento che è di tutti. Poi per arrivare a un pubblico così trasversale con questa forza, il personaggio ha sempre qualcosa in più rispetto a quello che tu immaginavi potesse avesse avere, va oltre le tue intenzioni».
Oggi lei è ricercatissimo. Greg non è geloso del suo «nuovo» successo?
«Da sempre, fin dagli inizi, abbiamo seguito progetti separati, io il cinema per conto mio, lui le serate musicali. Più che una coppia di fatto, siamo sempre stati amanti».

Quali personaggi non potrete mai togliere dal vostro «610» in radio?
«L’opinionista del programma, il Grande Capo Estiqaatsi. E Ketty Phluso, la professoressa di calabrese estremo: la gente già sa dove andranno a parare, ma li vuole sentire comunque. Il pubblico vuole ascoltare quello che conosce. Anche questo è un meccanismo comico particolare».
«Fascisti su Marte», «Il caso Scafroglia», «Aniene 2»: ha lavorato tanto con Corrado Guzzanti, siete amici fraterni. Una serata tipo tra di voi?
«Passiamo serate molto da nerd, tra giochi da tavolo e videogiochi fuori commercio tipo Buzz che simula un quiz tv. Oppure guardiamo B-Movie orrendi, ci fa ridere che siano girati malissimo. Ogni tanto però capitano anche chiacchierate mature».
«So’ Lillo» è un tormentone.
«È un esempio di comicità che fa scuola: tutti cercano il tormentone, una cosa che la gente ripeta, che rimanga, ma non esiste, non c’è una ricetta. Non puoi trovarlo tu a tavolino: lo trova il pubblico».
Lei ha vinto anche un Oscar, ha recitato nella «Grande Bellezza»...
«Non avrei mai pensato all’Oscar, ma già sul set si percepiva che era un film di cui si sarebbe parlato. Però personalmente ci sono rimasto male. Il personaggio principale ero io ma poi sono stato tagliato talmente tanto in montaggio che il protagonista è diventato Servillo».