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 2025  luglio 20 Domenica calendario

Addio supercaccia, nella nuova Top Gun Usa si cercano i migliori piloti di droni

Una scuola Top Gun per selezionare i piloti migliori di tutti, come nel film interpretato da Tom Cruise. Ma non siederanno ai comandi di caccia supersonici, duellando ad alta quota: dovranno guidare minuscoli quadricotteri killer, dimostrando la stessa abilità pur rimanendo lontani dalla battaglia e volando a soli cento metri dal suolo. I corsi d’addestramento partiranno a Camp Atterbury nell’Indiana il prossimo mese e sono una delle iniziative ideate dall’Us Army per cercare di fare tesoro delle lezioni che arrivano dai campi di battaglia ucraini e per tentare di recuperare il crescente vantaggio russo in questo settore.
L’esercito americano, come tutti quelli della Nato, è in forte ritardo nell’introdurre in servizio i nuovi protagonisti della guerra: la moltitudine di insetti robot telecomandati che sciama sulla linea del fronte, spingendosi sulle retrovie nemiche a una distanza anche di quaranta chilometri. La disponibilità di milioni di queste macchine assassine, a basso costo ed alta letalità, sta rivoluzionando il modo di combattere. Non solo.
Questa innovazione richiede un cambiamento che le organizzazioni elefantiache degli Stati maggiori occidentali faticano a realizzare. Ad esempio, questi sistemi vanno cambiati o radicalmente aggiornati ogni quattro mesi: tanto ci mettono gli avversari a comprenderne il funzionamento e poi copiarli o neutralizzarli. In quattro mesi normalmente negli Usa non si inizia neppure a discutere un contratto d’acquisto e tutte le procedure per gli appalti bellici hanno tempi biblici. Ma a Washington si sono resi conto che non c’è tempo da perdere.
In via sperimentale alcuni reparti – tra cui la 173ma brigata aviotrasportata di Vicenza – hanno iniziato a produrre e modificare i propri droni: è il metodo vincente creato dagli ucraini, con un rapporto diretto tra piccoli laboratori e unità al fronte. Il ministro trumpiano Pete Hegseth vuole che diventi la prassi per tutte le forze armate statunitensi: niente più appalti centralizzati ma via libera per comprare dalle aziende quello che serve, adattando i modelli alle esigenze.
Negli States è molto forte il dibattito sul ruolo dell’intelligenza artificiale. Molti sono convinti che i velivoli teleguidati più grandi siano destinati a diventare in fretta automi guerrieri, senza umani ai comandi: sarà tutto nelle mani dell’Ai, che decide più in fretta e non dipende dalle connessioni radio o satellitari che possono venire disturbate dalle contromisure elettroniche nemiche. L’Us Army però crede che quelli più piccoli, come i quadricotteri diffusi in milioni di esemplari in Ucraina, possano raggiungere risultati migliori attraverso un pilota in carne e ossa, che impari a infilarli nelle feritoie dei bunker o a scagliarli contro i droni nemici. Stiamo parlando di droni Fpv – First Person View – che si guidano indossando occhiali come quelli dei videogiochi: il pilota “vede” attraverso le telecamere dell’apparecchio in volo.
Ed ecco partorire la scuola per Top Gun: il corso si chiama T-Rex ossia Technology Readiness Experimentation. Prevede un mese di preparazione intensiva, soprattutto nello scenario dei combattimenti urbani che caratterizza il conflitto nel Donbass e nei duelli tra velivoli teleguidati di forze avversarie, secondo il classico schema “blu” contro “arancioni” delle esercitazioni Nato. Si tratta di quello che Emil Michael, l’ex vicepresidente di Uber nominato sottosegretario del Pentagono per la ricerca e gli sviluppi ingegneristici, ha definito “l’inizio era del dominio americano nei droni”. Una frase sin troppo ambiziosa, ma che indica come si stiano modificando i canoni dei conflitti – in cielo, in terra e in mare – relegando in secondo piano i supercaccia “invisibili”, i tank e i sottomarini atomici.