la Repubblica, 20 luglio 2025
“Arrendetevi all’aria condizionata” la contesa che divide l’Europa
Hit by air. Qualche anno fa, la Bbc dileggiò “il colpo di freddo” tanto temuto dagli italiani, soprattutto a causa dell’aria condizionata nei mesi più caldi. Anche perché il 61 per cento delle abitazioni ricorre all’air conditioning nel Belpaese, mentre nel Regno non si arriva al 20 per cento. Dunque, oltremanica è partito un dibattito nazionale. Il global warming oramai si fa sentire anche qui, tanto che i viticoltori britannici già sognano di sfidare francesi e italiani. Quest’estate poi è stata prevalentemente calda anche a Londra, le temperature toccano regolarmente i 30 gradi in Inghilterra e nel 2022, per la prima volta, addirittura i 40.
Dunque, il Financial Times ha esortato europei e britannici ad abbandonare le proprie resistenze sull’aria condizionata e fare come gli americani che ce l’hanno ovunque, a volte sfiorando l’ibernazione. Una campagna rilanciata anche dal Times, che ha invitato il governo Starmer a concedere più sussidi per rinfrescare le abitazioni e i britannici a superare “il complesso dell’aria condizionata” e “la nostra brezza di indifferenza sulla questione”. In realtà il caso è internazionale, e pure politico. Vedi in Francia. Dove nelle scorse settimane è piombata la “canicule”, e la leader della destra Marine Le Pen ha promesso un «grande piano per l’aria condizionata, appena andiamo al potere», facendo infuriare governo ed ecologisti. Del resto, i condizionatori rilasciano calore all’esterno e il loro uso eccessivo rischia di rendere ancora più roventi le città, come ha notato la ministra per la transizione ecologica francese, Agnès Pannier Runacher. Mentre commentatori e quotidiani progressisti inglesi come il Guardian hanno spesso sminuito la voglia di aria condizionata: «Una stravaganza». Non la pensa così John Burn-Murdoch, capo statistico del Financial Times: «È vero, l’aria condizionata consuma un sacco dienergia. Ma oramai il calore crescente in Europa è un dato di fatto e soprattutto un dispendio energetico maggiore dei condizionatori può essere compensato proprio dall’energia solare e altre fonti pulite. Per non parlare del potenziale delle pompe di calore aria-aria», che utilizzano l’energia termica presente all’esterno e vengono usate anche per raffreddare gli ambienti: «Insomma, le emissioni potrebbero scendere». Di certo, la mortalità s’impenna appena il termometro supera i 30 gradi. Tra il 2000 e il 2019, in media 83mila europei occidentali sono morti ogni anno per le conseguenze del caldo rovente, contro 20mila negli Stati Uniti, dove i condizionatori sono ovunque. Anche per questo, come ha rilevato uno studio del Center on Climate Change and Health dell’università di Yale, se per esempio a Sacramento (California) il rischio di mortalità sale del 10 per cento quando le temperature superano i 30 gradi, a Roma sfonda quota 100 per cento.
Come sostengono stime del governo britannico, dal 2030 in poi una notte su sette in Inghilterra vedrà superare i 26 gradi. La qualità e durata del sonno ne risente già dai 23 gradi in poi. Non solo. Diversi studi internazionali hanno dimostrato come la performance cognitiva degli studenti cali visibilmente appena il termometro scavalla i 19 gradi, mentre la produttività dei lavoratori in ufficio ha il suo picco a 21 gradi e deteriora man mano che la temperatura sale. Come disse Lee Kuan Yew, ex primo ministro di Singapore, «due fattori hanno segnato il recente successo economico del mio Paese: una società multietnica e tollerante, e l’aria condizionata».