il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2025
Via il friulano dai cartelli delle ferrovie
Sulla linea Udine-Cividale del Friuli arriva la gestione delle Ferrovie dello Stato e d’incanto spariscono i nomi in friulano e in sloveno dai cartelli delle stazioni. Meglio il solo italiano nell’indicazione della località e anche la traduzione in inglese nelle informazioni date agli utenti, piuttosto delle lingue difese orgogliosamente dagli abitanti di quelle terre. “Con quale criterio sono stati rimossi i cartelli trilingui dalla stazione ferroviaria di Cividale del Friuli?”, chiede Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg in consiglio regionale. “È una scelta profondamente sbagliata che rappresenta un passo indietro nel riconoscimento dei diritti delle minoranze linguistiche”. Dieci anni fa il progetto “Trend del lenghis/Treno delle lingue” era stato concordato tra la società Ferrovie Udine Cividale e l’agenzia regionale Arlef per le lingue friulane. Un modo per valorizzare l’identità di friulani e sloveni. Così a Cividale apparivano tre nomi, adesso c’è solo quello italiano, un po’ come accadeva in Alto Adige ai tempi di Mussolini. Una novità ulteriore è costituita dalle informazioni su divieti di attraversare i binari o accessi, che ora sono scritte in inglese e italiano. “Come responsabile delle politiche linguistiche del Comune di Udine, chiedo a Rfi di adottare una segnaletica plurilingue, che comprenda il friulano, nel tratto comunale della linea” dichiara Stefania Garlatti-Costa, titolare delegata a Identità friulana e plurilinguismo. A San Gottardo il cartello bilingue è stato rimosso.