Avvenire, 20 luglio 2025
La Cina fabbrica in Myanmar per i golpisti le bombe che vengono sganciate sui civili
Ancora vittime civili per bombe sganciate da aerei in Myanmar.
Almeno 35 le vittime, otto i morti, nella regione di Mandalay e nello stato Karenni.negli ultimi tre giorni. L’uso dell’arma aerea continua con modalità che potrebbero portare alla definizione di «crimini contro l’umanità», ma le responsabilità sono condivise tra il regime e chi gli fornisce armi e tecnologia bellica.
Più della Russia, la Cina avrebbe la possibilità di giocare un concreto ruolo di mediazione tra le parti in conflitto, ma tra i suoi interessi, non sembra esserci quello di un Myanmar pacificato, unito e prospero.
Soprattutto democratico sotto un governo civile rappresentativo della varie componenti sociali e etniche.
Un rapporto diffuso dallo Special Advisory Council for Myanmar, gruppo di esperti attivo per il ritorno della democrazia in Myanmar, proverebbe il ruolo cruciale della Cina nella produzione di bombe per aereo.
Quelle prodotte nell’Industria delle Difesa 21 (DI 21) sotto il controllo diretto dell’Ufficio responsabile per le Industrie della difesa della giunta militare (Oicd, dalla denominazione inglese) sarebbero utilizzate in modo significativo contro obiettivi civili. Una cinica morte a “chilometro zero”.
Il rapporto Factory of Death: China’s Support for the Myanmar Military’s Production of Aerial Bombs (Fabbrica della morte: Il sostegno della Cina alla produzione di bombe per aereo delle forze armate del Myanmar) fornisce indicazioni dettagliate sul sostegno che il gruppo industriale China South fornisce al regime, soprattutto attraverso la sua controllata Hunan Vanguard. Un supporto definito “essenziale” nel fondare e sviluppare la produzione di bombe d’aereo, sia tradizionali da 250 e 500 chilogrammii, sia specializzate, nello stabilimento DI 21.
«China South è di proprietà statale, risponde al governo cinese – sottolinea Yanghee Lee dello Special Advisory Council –. Fornendo bombe d’aereo e assistenza tecnica per la produzione produzione all’Oicd, China South si rende complice delle gravi violazioni della giunta contro i civili. La Cina deve fermare immediatamente ogni sostegno alla produzione di armi per l’esercito birmano». Il rapporto si basa su fotografie e testimonianze raccolte sul terreno che proverebbero che la Hunan Vanguard ha in produzione bombe nello stabilimento dal 2019, quando il Paese governato da civili era però sotto l’influenza dell’apparato militare. L’avvicinamento delle forze della resistenza alle aree di maggiore produzione bellica, quelle di Bago e di Magway, ha reso possibile non soltanto acquisire nuovi dati ma anche rischia di portare sotto il controllo dell’opposizione basi e centri di produzione di armi indispensabili al regime.
«Il sostegno cinese non salverà la giunta militare» dichiara Chris Sidotti, tra agli autori del rapporto. «Se la Cina vuole giocare un ruolo costruttivo nel futuro del Myanmar deve usare la sua influenza per impedire a Min Aung Hlaing (il generale a capo del regime) di sganciare ancora una sola bomba. Smantellare la produzione nel DI 21 è essenziale per salvare vite di civili e Pechino deve anche cessare immediatamente ogni trasferimento».