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 2025  luglio 18 Venerdì calendario

Altri due pezzi sul caso Prati

«Il liceo Prati non è una tortura,promosso il 97% degli studenti»La preside replica alle polemiche. «Quest’anno 10 bocciati su tutto l’istituto. Il benessere è una priorità»
Dafne Roat
TRENTO Ha sempre scelto il silenzio. «Per senso di responsabilità istituzionale», spiega. «Credo che esporre sui media le criticità che ogni scuola ha, Prati compreso, non sia opportuno né utile per la loro soluzione e rischi solo di essere occasione di scontro politico e personale o di mera ricerca di visibilità», chiarisce. Ma l’acceso dibattito e le polemiche, che hanno assunto dimensioni sempre più importanti, scoppiate dopo la verifica del Dipartimento istruzione nello storico istituto scolastico di via Santa Trinità – che avrebbe evidenziato «diverse criticità», per usare le parole dell’assessora Francesca Gerosa – hanno imposto un cambio di passo. Dopo settimane la dirigente scolastica Paola Baratter rompe il silenzio e corregge i dati. 
«Il liceo Prati è una scuola impegnativa, è vero, ma non è uno strumento di tortura e non alimenta la dispersione scolastica – premette —. Gli ultimi dati completi che abbiamo a disposizione dal primo al quinto anno (e che comprendono un primo periodo dominato dal Covid) mostrano che circa il 75% degli studenti ha concluso regolarmente il percorso, cioè 73 dei 102 che avevano cominciato la quarta ginnasio nel 2020/2021. I non promossi nell’arco dei cinque anni sono stati 17, per lo più nel primo biennio, mentre i restanti studenti hanno scelto un altro percorso scolastico, la maggior parte durante il primo anno». 
Un dato di per sé non negativo, soprattutto «se si considera – sottolinea Baratter – che la scelta della scuola superiore viene fatta tra gennaio e febbraio, prima di affrontare l’esame conclusivo del primo ciclo: la possibilità di cambiare la propria scelta è un’opportunità importante per gli studenti, riconosciuta dal sistema scolastico grazie all’introduzione del “biennio comune”; inoltre, il dato del liceo Prati mi risulta essere in linea con quelli degli altri licei». In altre parole quel 25% di studenti porta comunque a compimento il proprio percorso scolastico, in parte nello stesso liceo Prati – sia pure in più tempo —, in parte in altre scuole. Ma c’è un altro dato: «Il tasso di promozione degli studenti del Prati è più alto della media della Provincia», spiega ancora la dirigente snocciolando i numeri. «I dati ufficiali sulla scuola trentina, relativi all’anno scolastico 2022/2023, mostrano che la percentuale dei promossi del Prati è molto alta (97%), decisamente più elevata rispetto a quello degli altri istituti superiori della Provincia (91,4%)». Nello stesso anno scolastico – secondo i dati dell’istituto scolastico – su 368 iscritti solo 11 non erano stati promossi (ossia meno del 3%). Anche quest’anno, i non promossi sono stati 10 in tutto l’istituto (2,8%), di cui 7 alla fine del primo anno (1 o 2 per classe), dato più basso della media provinciale di riferimento, che nel 2022/2023 era il 12%. Per quanto riguarda gli esami di Stato, invece, sono in linea con quelli del resto della Provincia. «Forse i piccoli numeri del liceo possono trarre in inganno, ma in realtà, se li rapportiamo al numero degli studenti, si tratta in effetti di percentuali molto positive, vicine, quando non superiori alla media. Anche quest’anno tutti gli studenti sono stati ammessi all’esame e lo hanno superato con esito positivo; su 73 studenti, nessuno è stato promosso con il voto minimo (60/100), 69 hanno avuto un voto superiore a 70/100, ma soprattutto 7 di loro hanno ottenuto il massimo dei voti (9,6% rispetto al 6,9% provinciale), uno dei quali con lode (1,4%, contro una media a livello provinciale dell’1,6%). Altrettanto positivi sono i dati relativi ai tre anni post-Covid precedenti: nel 2022 ci sono stati dieci 100, di cui 3con lode; nel 2023 sette 100, con tre lodi; nel 2024 quattro 100, senza lodi». 
La dirigente analizza poi l’intero percorso scolastico: «Le valutazioni complessive sono più che positive. Consideriamo per quest’ultimo anno scolastico i risultati dei due anni-soglia: il primo anno (IV ginnasio) e il terzo anno (I liceo): nel primo anno la valutazione media è stata di 7,6, decimi, nel terzo anno di 7,7», afferma. «Il liceo Prati è una scuola impegnativa, ma è una scuola seria, che ha a cuore i propri studenti, tutti, sia quelli più fragili, sia quelli già strutturati, quelli che dedicano tutto il tempo libero allo studio e quelli che si dividono tra scuola e conservatorio o tra scuola e sport a livello agonistico», continua Baratter.
E sul problema, sollevato da alcuni genitori, di docenti eccessivamente severi replica: «Ci sono stati un paio di casi di docenti particolarmente esigenti e ho preso provvedimenti». Qualcuno ha però parlato di umiliazioni. «Il termine non aiuta a capire, ma quando ci sono state situazioni difficili sono subito intervenuta, facendo incontrare, alla mia presenza, docenti, genitori e studenti. Il benessere di tutti i nostri studenti è una priorità, tanto quanto consentire loro di accedere alla migliore preparazione possibile. Non crediamo che le due finalità siano incompatibili, sebbene sia inevitabile che gli studenti trovino sul proprio percorso qualche piccola o grande difficoltà. Cerchiamo di aiutarli a superare gli ostacoli, ma per farlo abbiamo bisogno anche di collaborazione, in primo luogo delle famiglie».
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Ecco il documento,giudizi in chiaroscuroMa i ragazzi: «Rifareila stessa scuola»D. R. 

TRENTO Un documento a luci e ombre che certifica il livello alto del liceo classico Prati, ma anche gli aspetti di severità di un istituto storico sicuramente esigente che mostra qualche criticità. Ma per le ragazze e i ragazzi sentiti dai tre esperti resta una palestra importante. «Gli studenti intervistati consigliano la loro scuola a chi vuole fare un’esperienza impegnativa e la rifarebbero nonostante le avversità che si incontrano, specie con alcuni insegnanti», si legge nelle carte. 
È uno dei passaggi della relazione dei tre esperti che hanno effettuato la visita al liceo di via Santa Trinità dal 14 al 16 aprile scorso e hanno consegnato un documento di valutazione al dipartimento istruzione e all’assessorato nel quale sono stati inseriti alcuni dati che hanno scatenato forti polemiche. Nell’analisi sul numero di studenti nelle classi iniziali viene evidenziato il tasso di perdita (relativo alle ultime due annualità 21-22 e 22-23) che supera il 36%, ma gli stessi esperti affermano che le bocciature sono contenute, «con un tasso di promozione superiore al 96%, secondo il documento del Niv (Nucleo interno di valutazione)». Gli esperti spiegano che «le bocciature sono maggiori nei primi due anni di scuola». È alto anche il numero di promossi con debiti, in particolare nelle classi terze e quarte, con una percentuale per Niv del 25%. «Sono sporadici – scrivono – i casi di non ammessi agli esami di Stato a riprova che la selezione avviene nel corso dei primi anni. L’alto numero di debiti nelle classi centrali segnala il livello di impegno e difficoltà proposto dalla scuola». Il liceo è un istituto esigente, prepara molto, ma gli esperti consigliano «un piano di azione per il supporto nel riallineamento dei risultati di apprendimento». «Da segnalare la selezione nelle prime classi che porta spesso a trovare nelle classi quarte e quinte un gruppo quasi dimezzato», si legge ancora. 
Il dato positivo: i i risultati delle prove Invalsi che documentano «livelli alti o molto alti» in quasi tutte le materie. In generale chi si iscrive al Prati è spesso figlio di ex studenti, alcuni scelgono il classico «per andare incontro alle aspettative dei genitori, altri perché «attratti da una scuola impegnativa che prepara a grandi carriere». Da quanto emerge dalla visita chi sceglie «il Prati sa che frequenterà una scuola difficile e impegnativa, ciò autoseleziona di fatto le iscrizioni a favore di alunni studiosi, impegnati e generalmente con medie di voti superiori all’8 dalle scuole secondarie di secondo grado. Le famiglie stesse avrebbero alte aspettative e questo genera ansia. Non negli studenti, però, bensì nei genitori. Secondo quanto emerge dalle interlocuzioni con lo psicologo della scuola «i genitori spesso vanno in ansia per le valutazioni basse dei figli e appaiono sconsolati rispetto a questo trend che permane caratterizzante della scuola. Questa fatica ad accettare i voti bassi genera pressione sui figli e talvolta non aiuta a sostenere le azioni di ripresa necessarie per ottenere esiti positivi», si legge ancora nella relazione. 
Nel documento i riflettori sono puntati sul corpo docenti in più punti e l’analisi consegna un quadro variegato con docenti molto bravi, come li definiscono gli stessi studenti, che «forniscono i criteri e argomentano il voto attribuito... accompagnano la riuscita nei compiti e nelle interrogazioni» a quelli «non gestibili, che sono pochi – si evidenzia – ma se capitano è una fatica». Allargando la riflessione, secondo gli esperti «se da un lato il liceo classico è riconosciuto come scuola di valore, dall’altro non riesce ancora a valorizzare le potenzialità degli allievi», scrivono. E ancora: «La dirigenza non interviene direttamente, ma appare sensibile alle necessità degli studenti». In generale è apprezzata. Nel documento si segnala qualche problema organizzativo e viene stigmatizzata la mancata adesione ai progetti del Pnrr. Una scelta della scuola fatta in autonomia, ma, non condivisa dagli esperti. Analizzando le parole chiave raccolte durante le interviste si scopre che per gli studenti il liceo classico significa «crescita, cultura, impegno, apertura di orizzonti, maturazione e fatica». Per i genitori: «Futuro, crescita, opportunità». In prospettiva secondo gli esperti bisogna lavorare sull’ambiente di apprendimento e su un percorso formativo per il personale volto a superare «l’idea di una scuola severa e impositiva».