Corriere della Sera, 17 luglio 2025
Arnault, 839 milioni ai cinque figli: i conti in tasca alla famiglia del re del lusso (1,3 milioni la spesa per il progetto di Casa Atellani a Milano)
Nei conti della famiglia Arnault mancano all’appello 160 milioni rispetto all’anno scorso. Ma tutto sommato anche nel 2025 il miliardario francese (76 anni) e i suoi 5 figli possono dormire sonni tranquilli: passare da una rendita da dividendi da quasi un miliardo nel 2024 agli 839,6 milioni del 2025 è un trauma che si può superare.
Casa Atellani, il progetto e i lavori
Per fare i conti aggiornati (e inediti) in tasca a una delle famiglie più ricche del mondo bisogna andare nelle loro società private non quotate. Da lì, dalla galassia Agache, è partita anche l’operazione Casa Atellani, la residenza quattrocentesca di Corso Magenta, nel centro di Milano, acquistata per oltre 60 milioni a fine 2023. Dopo la compravendita è calato il silenzio. Restaurata nel 1919 dall’architetto Piero Portaluppi, è celebre per ospitare la Vigna di Leonardo, un vigneto originariamente donato a Leonardo da Vinci da Ludovico il Moro nel 1498. Ora è in corso una profonda ristrutturazione al punto che dalle carte delle società di famiglia risulta una spesa solo di progettazione di ben 1,3 milioni compresi 58.650 euro di anticipi pagati per interventi sul giardino. Per i lavori veri e propri di Casa Atellani non ci sono cifre ma viene dato come termine il 2026.
Residenza e fisco
Per farne cosa? Ancora una struttura ricettiva? Sembra escluso. Si vedrà se poi il patron del gruppo deciderà di trasferire lì la residenza (anche per motivi fiscali) come era trapelato qualche mese fa. A maggio non ha nascosto critiche al sistema fiscale francese sottolineando che Lvmh è il gruppo che «paga di gran lunga più tasse in Francia, pur avendo solo l’8% del nostro fatturato nel Paese». Ma chi lo conosce mostra molto scetticismo: Lui? Un francese, e non un francese qualsiasi, che si iscrive all’anagrafe di Milano?
L’impero e i marchi
Le finanziarie di famiglia sono tutte a Parigi e la più operativa è la Financière Agache, strumento societario con cui gli Arnault hanno il controllo sull’impero del lusso Christian Dior-Lvmh (49% del capitale e 65% dei diritti di voto), proprietario di aziende e marchi universalmente noti come Dior, Bulgari, Vuitton, Fendi, Moët & Chandon, Tiffany, Loro Piana. Proprio la società piemontese, regina del cachemire, è appena finita nel mirino della procura di Milano che ha disposto l’amministrazione giudiziaria per presunti casi di caporalato tra i fornitori. Nel consiglio di amministrazione di Loro Piana (non indagata) siedono due figli di Bernard Arnault, Frédéric (30 anni) e Antoine (48).
La Financiere Agache ha chiuso un bilancio con 2,6 miliardi di utile netto (2,5 nel 2023) da cui sono stati prelevati gli 839,6 milioni da distribuire tra i cinque figli. Nell’accomandita solo i cinque fratelli possono essere soci o i loro eventuali discendenti diretti e nessuno potrà vendere fino al 2052 mentre il fondatore Bernard può rimanere alla guida come amministratore con poteri illimitati fino a 95 anni. Ma la parte non distribuita dell’utile che fine ha fatto? È andata a rafforzare quel gigantesco patrimonio “liquido” che sono le riserve disponibili (e dunque potenzialmente distribuibili ai soci) oggi pari a 18 miliardi. Questa cifra sommata a linee di credito disponibili (e non utilizzate) per 3,2 miliardi dà l’idea della potenza di fuoco degli Arnault con le sole società personali, quindi senza contare l’ulteriore (enorme) margine finanziario delle controllate quotate.
Calo del lusso e record dei dividendi
La scelta di ridurre il dividendo è forse legata alla performance in Borsa del gruppo Lvmh che nell’ultimo anno, segnato da un deciso rallentamento del mercato del lusso, ha ceduto il 30% del suo valore arrivando a 240 miliardi di capitalizzazione. Oggi “Bernard Arnault & family” con un patrimonio stimato pari a 146 miliardi di dollari sono scesi al settimo posto nella classifica Forbes dei più ricchi al mondo dopo essere stati in cima a tutti nell’aprile 2024. Ma anche questa volta non è il caso di allarmarsi: i dividendi che hanno incassato negli ultimi 3 anni, 2,8 miliardi complessivi, sono stati i maggiori di sempre.