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 2025  luglio 17 Giovedì calendario

Svizzera, il boom delle piscine resident only. “Misure contro gli stranieri, è razzismo”

Gli svizzeri, si sa, detestano la caciara. Come pure i comportamenti inappropriati. Soprattutto quando se ne rendono responsabili degli stranieri. Nel mirino francesi, italiani e cinesi.
In questa torrida estate, in cui in tutto il Paese le piscine traboccano di bagnanti, l’episodio che ha fatto il giro del mondo si è verificato a Porrentruy, nel Canton Giura. Il comune ha deciso, a inizio luglio, sollevando un putiferio e accuse di razzismo, di bandire i bagnanti francesi dalla piscina comunale. I giovani transalpini, provenienti dalla Francia, distante una decina di km da Porrentruy, sono stati accusati di atteggiamenti inappropriati, con la conseguenza che la piscina della cittadina giurassiana di 6600 abitanti rimane riservata a chi risiede in Svizzera.
La questione racaille
La racaille, ovvero la feccia, come ha definito gli esclusi da Porrentruy un abitante di Delle, località francese al di là del confine, “ci mette purtroppo tutti nello stesso sacco. Gli svizzeri non avevano altra scelta”. I comportamenti inappropriati che hanno innescato la cacciata dei francesi vanno dalle liti a bordovasca, alle molestie alle ragazze, ai tuffi in acqua vestiti. Tutto cio che ha comportato ripetuti interventi della polizia.
L’abitante di Delle, intervistato dal quotidiano elvetico 24heures, ha utilizzato, parlando dei suoi stessi connazionali, il termine “racaille”, sdoganato da Nicolas Sarkozy nel 2005, quando era ministro dell’Interno e che in quel modo bollò i giovani rivoltosi delle banlieue. Nel caso di Porrentruy i bagnanti molesti sarebbero infatti dei giovani delle periferie francesi, in trasferta nella tranquilla Svizzera. La decisione delle autorità comunali della cittadina del Canton Giura è stata definita dalla Commissione federale svizzera contro il razzismo, “irritante e problematica”. Anche le autorità cantonali giurassiane non l’hanno presa bene e hanno intimato al comune di Porrentruy di fare retromarcia. Ciononostante la messa al bando dei bagnanti francesi è rimasta in vigore.
Tace, invece, l’Ambasciata francese a Berna. D’altronde, anche in Francia, come scrive Le Figaro, “piscine e parchi acquatici sono costretti a chiudere per il ripetersi di episodi di Inciviltà”. Il quotidiano parigino parla, al riguardo, di “aggressioni e minacce di morte”.
Dal canto suo il sindaco di Porrentruy, Philippe Eggertswyler, in un’intervista al quotidiano Blick di Zurigo ha respinto le accuse di razzismo e di xenofobia. “Ci siamo limitati a prendere una misura territoriale – si è giustificato -per difendere l’investimento di 6 milioni di franchi che ci è costato il rinnovamento della piscina”.
Ticino, nel mirino il “frontalieralato” dei bagnanti
Eggertswyler solleva un problema che non è solo del suo comune e che interessa, per ora solo in prospettiva, i turisti e i frontalieri italiani. Nel Canton Ticino, infatti, la Lega dei Ticinesi chiede che la piscina di Mendrisio, a due passi dal confine italiano, venga riservata ai residenti e rivendica “una soluzione alla Porrentruy”, denunciando “un frontalierato della piscina”.
Chiede, sostanzialmente, un’esclusione degli italiani. Che non è stata adottata, ma che ha portato il comune a introdurre due casse all’entrata della struttura: una per i residenti l’altra per gli esterni. Va detto che anche in altre località ticinesi c’è malcontento diffuso, tra la popolazione residente, che si confronta con strutture affollate e servizi rallentati, in un periodo di alta pressione turistica.
Last but not least anche Lucerna ha deciso per una scrematura dei bagnanti. Una misura intrapresa dai gestori di una rinomata piscina sul lago, e che riguarda soprattutto i turisti cinesi: nella maggior parte dei casi non sanno nuotare e mettono sotto pressione i bagnini.