Avvenire, 17 luglio 2025
I content creator restano precari: meno del 6% monetizza tutto
In Italia la creator economy ha generato oltre 51.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti, ma il 60% dei contenuti pubblicati non è retribuito: lo rileva un’indagine del Consiglio Nazionale dei Giovani realizzata con il supporto scientifico di Eures Ricerche Economiche e Sociali. Solo un creator su cinque considera questa attività come una carriera stabile nel tempo: quasi l’80% dei giovani creator under 35 entra infatti in questo mondo spinto dalla passione, più che da aspettative economiche. Eppure in questo mondo di soldi ne girano, e parecchi. Basti pensare che la creator economy si è affermata come uno dei nuovi motori del mercato pubblicitario, superando Tv e stampa per volumi di investimento. Solo una minoranza di utenti, però, monetizza tutti i contenuti prodotti (5,9%) o la maggior parte di essi (15,4%), a conferma che si tratti di un settore in crescita, ma ancora fragile sotto il profilo della sostenibilità economica. Solo il 6,7% di chi ha tentato di accedere al credito ci è riuscito.
Nonostante molti di questi content creator si impegnino quotidianamente in questo lavoro e abbiano delle competenze specifiche permangono dunque precarietà e incertezza. D’altra parte, l’instabilità è la principale fonte di preoccupazione per il 67,1% degli intervistati, seguito da perdita di visibilità, precarietà e difficoltà di rinnovarsi. In definitiva, soltanto il 23,6% del campione considera la propria attività come una carriera a lungo termine, mentre una quota più consistente (34,2%) immagina di cambiare settore o attività nel mediolungo periodo.