repubblica.it, 16 luglio 2025
Caos alla Camera sul decreto fiscale. Mef in ritardo e FdI attacca: “Non siamo al loro servizio”
“Io però così in aula non ci posso andare, ora basta”. Montecitorio, ore 13.30. Nel corridoio davanti alla commissione Finanze, il presidente Marco Osnato sbotta. I lavori sul decreto fiscale sono fermi. Mancano i pareri del ministero dell’Economia agli emendamenti da sottoporre al voto dei deputati della sesta commissione della Camera. Si avvicina la sottosegretaria al Mef, Lucia Albano. “Lucia, così non va. Ho scritto a Fazzolari che ora chiama Giorgetti”, dice Osnato stizzito. La sottosegretaria alza le spalle. Il responsabile economico di Fratelli d’Italia si rifugia, crucciato, nel display del cellulare.
Passano pochi minuti e i deputati lasciano l’aula della commissione. Osnato incrocia il relatore di Forza Italia, Vito De Palma: “Andiamo a mangiare una cosa in buvette che è meglio”. Intanto la seduta viene aggiornata. Ma i malumori di Fratelli d’Italia non si placano. “Va sempre a finire così: la Ragioneria è sempre in ritardo”, dice Osnato a Repubblica. Mette nel mirino gli uffici di via XX settembre: “Devono capire – aggiunge – che sono al servizio del Parlamento, non il contrario”.
La querelle travalica le mura di Montecitorio. “Ho chiamato il sottosegretario Fazzolari per raccontargli la gravità di quello che è avvenuto e mi ha detto che ora chiamerà Giorgetti”, riferisce sempre Osnato. Il riferimento è al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, fedelissimo della premier Giorgia Meloni.
In buvette abbondano panini e piatti di frutta. Osnato si avvicina al bancone. Lo schermo del cellulare si illumina. “Ora devo rispondere”, taglia corto. “Pronto, eccomi. Qui è sempre il solito casino”, è il messaggio affidato al suo interlocutore.
Il decreto fiscale era atteso in aula lunedì per la discussione generale. Da qui all’inizio della settimana prossima c’è ancora spazio per il voto del provvedimento in commissione, ma Osnato fa notare che giovedì molti deputati saranno impegnati sul territorio. Ecco l’urgenza di chiudere il decreto in commissione già oggi. Ma il voto non può partire senza i pareri del Mef agli emendamenti. “Pago, grazie”, dice all’impiegata della cassa. Via di corsa in commissione. Aspettando i documenti del ministero dell’Economia.