repubblica.it, 16 luglio 2025
“Vuoi fare il fioraio?”: le domande nei test psicologici ai piloti. Ecco come funzionano
Milano, primavera del 2024. Una giovane aspirante pilota si presenta nella sede di un’azienda di selezione del personale che lavora per conto di Air Dolomiti. Air Dolomiti è la compagnia aerea per la quale la ragazza sogna di lavorare.
Le gambe le tremano perché dovrà affrontare – tra le 8 del mattino e le 16 – un primo test anche psicologico tra i più severi al mondo.
Il test fa parte di un pacchetto di esami (i famosi DRL) che sono sottoposti ai candidati pilota di tutti i vettori del Gruppo Lufthansa, inclusi Air Dolomiti e adesso Ita Airways. Sono preparati, questi esami, dall’Agenzia Spaziale tedesca che ne propone di simili finanche agli aspiranti astronauti.
La coerenza
Ad Air Dolomiti, la giovane aspirante pilota si misura al computer con il primo test (ribattezzato BU). Risponde a domande e prove di matematica, fisica, inglese. Ma anche di memoria, ragionamento logico, abilità senso-motorie.
Non è finita qui. Superato il primo test (BU) e il secondo (FQ) con simulazioni di volo, nei giorni successivi la ragazza fronteggerà psicologi e psichiatri.
Qui le domande cattive si sprecano. I medici vogliono capire se la candidata, in apparenza mite e gentile, nasconda un’attitudine all’aggressività, quando provocata.
La comunicazione
Compagnie come British Airways ed Emirates, invece, adottano test diversi, i Compass. Ma anche qui la parola chiave è stress. I candidati, dunque, devono dimostrare sia abilità psicomotorie e sia la capacità di comunicare in modo diretto e chiarissimo di fronte a circostanze impreviste (come una turbolenza a bordo, il malore di un passeggero, l’avaria a un motore).
Il tema dei test psicologici per i piloti torna attualissimo dopo le indagini sull’incidente del Boeing di Air India a giugno. Il sospetto (per ora soltanto tale) è che il comandante del volo soffrisse di depressione.
A proposito di test, gli aspiranti piloti devono affrontare molteplici sfide: all’inizio del loro percorso, poi durante le selezioni delle compagnie. Sfide che si rinnovano regolarmente, una volta assunti.
Le scuole Enac
In Italia si diventa piloti nelle Scuole di Volo che sono riconosciute dall’Enac, il garante della sicurezza dei cieli.
E tutte le nostre Scuole di Volo esaminano le domande di iscrizione a patto che il candidato superi una visita medica (anche di tipo psicologico). Visita che viene fatta solo in tre centri militari, gli AeMC. Sono a Milano, Roma e Bari.
La visita medica – molto dura – prevede dunque test psicologici. Sono i test militari MMPI, che puntano a scoprire problemi di personalità o comportamentali.
Nel corso del test, a sorpresa, il candidato si sente chiedere – ad esempio – se gli piacciono i fiori. E a seguire: “Vuoi fare il fioraio?”. Le due domande servono a misurare le motivazioni della persona e la capacità di conservare coerenza, linearità nel ragionamento in condizioni di elevata pressione.
I problemi con i genitori
Candidati che hanno confidato problemi con i genitori sono stati sottoposti a colloqui individuali con psicologi e psichiatri. Nei colloqui, tornano domande provocatorie che puntano ad accertare – ad esempio – la disponibilità dell’aspirante pilota ad obbedire ai superiori.
Solo se ha superato la visita medica agli AeMC ottenendo l’idoneità psico-fisica, il candidato pilota proverà a entrare nella Scuola di Volo. E dopo la Scuola, se supererà tutti gli esami, la persona otterrà finalmente la licenza di pilota di Classe 1: è quella che ti permette di lavorare per un compagnia aerea civile. Ma le fatiche non sono certo finite.
Durante le selezioni per le assunzioni, le compagnie sottopongono le candidate e i candidati a test ed esami che variano di vettore in vettore. Sono i DRL (nel caso del Gruppo Lufthansa); i Compass (per British e Emirates).
E una volta assunto, un pilota italiano continuerà a faticare. L’idoneità psicofisica –già ottenuta nei centri militari AeMC prima ancora di entrare alla Scuola di Volo – deve essere rinnovata ogni anno; e ogni 6 mesi superati i 60 anni di età. Dove si rinnova? Sempre lì, nei centri militari AeMC, tra domande aggressive e altre sui fiori.