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 2025  luglio 15 Martedì calendario

La complice di Epstein fa tremare Trump dal carcere

La variabile impazzita, quella che probabilmente spiega le preoccupazioni del presidente Trump per il caso Epstein, è Ghislaine Maxwell. Il Daily Mail ha scritto che secondo una fonte vicina all’amica e collaboratrice del miliardario pedofilo morto in carcere, lei «sarebbe felice di avere l’opportunità di sedersi davanti al Congresso per raccontare la sua storia».
Ghislaine conosceva tutti i segreti di Jeffrey ed è in prigione per averlo aiutato ad adescare le ragazze con cui lui e i suoi ospiti avevano avuto rapporti sessuali. Se c’era una lista di questi “clienti” lei lo sa, o comunque può rivelare cosa aveva fatto e visto con i propri occhi. Il problema è che i repubblicani non lo vogliono e questo alimenta il sospetto che il capo della Casa Bianca abbia qualcosa da nascondere.
Epstein era un miliardario con un debole per le ragazze molto giovani, che ospitava nella sua casa di New York e nell’isola di sua proprietà ai Caraibi per incontri a sfondo sessuale. Molti amici erano invitati e le ragazze venivano offerte anche a loro, come ha dimostrato la drammatica storia del principe Andrew e Virginia Giuffrè, che si è tolta la vita di recente. Jeffrey era stato incriminato per questi traffici e arrestato, ma è morto in carcere il 10 agosto 2019.
Il mondo Maga ha sempre sospettato che non si sia suicidato, come stabilito dall’autopsia, ma sia stato ucciso per coprire i suoi clienti. I sostenitori di Trump erano sicuri che tra loro ci fossero importanti leader del Partito democratico, da Clinton allo stesso Obama, più finanziatori legati a quel mondo, tipo Bill Gates. Perciò volevano che i documenti segreti fossero pubblicati, per incastrare i complottisti decisi a bloccare Donald con tutti i mezzi. Lui aveva incoraggiato questi sentimenti, promettendo durante la campagna elettorale che avrebbe desecretato tutto. La sua stessa segretaria alla Giustizia, Pam Bondi, durante un’intervista con laFox aveva detto di avere i file e di essere pronta a rivelarli.
La settimana scorsa, però, è arrivata la sorprendente retromarcia. Il dipartimento alla Giustizia ha confermato che Epstein si è suicidato, pubblicando un video degli ultimi momenti della sua vita da cui però manca un minuto che potrebbe essere cruciale per appurare la verità. Quindi ha negato l’esistenza della lista dei “clienti”. La frenata di Bondi ha provocato una lite con il vice capo dell’Fbi, Bongino, che minaccia di dimettersi, e potrebbe essere seguito anche dal direttore Patel.
Trump è intervenuto con un messaggio sul suo social in cui ha difeso Bondi e sollecitato il mondo Maga a dimenticare questa vicenda, perché non c’è nulla da aggiungere. E anzi, ha accusato i suoi avversari democratici, da Obama a Hillary Clinton, di aver redatto i documenti segreti per danneggiarlo. Quasi un’ammissione del fatto che il suo nome c’è, ma che sarebbe un falso funzionale al complotto ordito contro di lui.
Un modo per risolvere la questione ci sarebbe: ascoltare Ghislaine. I repubblicani però si oppongono, alimentando tutti i sospetti sullo stesso Trump.