corriere.it, 14 luglio 2025
Pompei, cittadino inglese riconsegna al sito archeologico pezzi rubati negli anni ’70 dallo zio (e ritrovati in soffitta)
«Queste pietre sono state prese illegalmente dal sito di Pompei dallo zio Bob».
Poche parole scritte a mano su un biglietto hanno fatto compagnia per oltre cinquant’anni a cinque pietre rubate dal Parco archeologico di Pompei da un cittadino inglese. A ritrovarle, nella sua soffitta di Manchester, è stato il pronipote dell’uomo, un certo Paul, che dopo aver letto il biglietto, ha chiamato il sito per informarsi sulla loro riconsegna.
Ed è così che a inizio luglio, al sito di Pompei hanno fatto ritorno alcune pietre trafugate ormai più di cinquant’anni. A segnalarlo è stato lo stesso Parco Archeologico sulla sua pagina Facebook, ringraziando Paul da Bolton (Uk) per il regalo.
Si tratta di frammenti di intonaco presi «illegamente» negli anni ’70 e conservati all’interno di una scatola di legno accanto al bigliettino che ne spiegava la provenienza. Insieme ai reperti, Paul ha scritto un altro biglietto in cui spiegava di aver parlato al telefono con Sophie Hay e di averli restituiti «come promesso».
Non è la prima volta che pezzi di roccia rubati dal sito archeologico di Pompei vengono restituiti, ma solitamente si tratta di turisti spaventati dalla famosa «maledizione di Pompei», ovvero quella «sfortuna» che colpirebbe coloro che portano via pietre come fossero souvenir.
Una leggenda che, negli anni ’90, il giornalista Antonio Irlando scoprì essere legata a una lettera arrivata dalla Spagna, in cui il mittente confessava di voler restituire le tessere di un mosaico bianco perché «da quando le ho prese mi ha colpito la malasuerte».
L’ultima turista ad aver riportato l’attenzione sul tema è stata una donna canadese che nel 2020 ha spedito al Parco due tessere di mosaico bianco, due pezzi di vaso-anfora e un pezzo di muro in ceramica presi da Pompei nel 2005. Nella lettera che accompagnava il pacco, spiegava di volersi disfare dei cocci in quanto le avevano portato sfortuna, e nemmeno una di poco conto. Da quando è rientrata in Canada, infatti, ha sofferto due volte di cancro al seno e subito una doppia mastectomia, mentre la sua famiglia affrontava un brutto periodo finanziario.
Nel biglietto affermava di essere stata «giovane e stupida» e di aver voluto «un pezzo di storia che non si potesse comprare». Probabilmente lo stesso ragionamento fatto dallo «zio Bob» negli anni ’70 e infranto ora dal nipote Paul