la Repubblica, 14 luglio 2025
Stati Uniti. I sondaggi negativi nemmeno i Maga amano le tariffe
Donald Trump ha marcato l’anniversario del tentato omicidio di un anno fa con un’intervista rilasciata alla nuora Lara, probabile candidata al Senato in North Carolina, e andando ieri alla finale del mondiale di calcio per squadre di club. Ha detto che si considera in missione per «salvare l’America», ma il problema è quanto solido sia ancora il sostegno per le sue politiche, dai dazi alle retate per deportare gli immigrati, passando per i tagli alla sanità pubblica del Medicaid, il neo interventismo in politica estera, e il caso Epstein che scuote la base del movimento Maga.
Non c’è dubbio che in meno di sei mesi alla Casa Bianca, Trump abbia avviato una rivoluzione senza precedenti, motivata forse anche dagli effetti dell’attentato e dalla convinzione espressa in varie occasioni di essere stato risparmiato dalla Provvidenza per impedire la decadenza. La popolarità resta alta fra i suoi elettori, e rasoterra fra gli oppositori, ma qualche crepa sta emergendo. Secondo un sondaggio del sito Politico e Public First, ad esempio, solo il 45% degli americani pensa che abbia il diritto di imporre unilateralmente i dazi ai Paesi stranieri, contro il 44% che vorrebbe prima un passaggio in Congresso. Scendendo nel dettaglio, il 27% dei repubblicani pensa che le tariffe danneggino gli Usa e il 10% non ha una risposta. Sommando questi dati, emerge che circa un terzo degli elettori repubblicani non è convinto, magari perché sono ricchi con interessi diretti minacciati, oppure nuovi sostenitori del partito appartenenti alla classe lavoratrice che temono gli aumenti dei prezzi. Ciò offre uno spazio all’Unione europea, che rispondendo con dazi mirati contro prodotti esportati dagli stati repubblicani, dall’agricoltura dell’Iowa al bourbon del Kentucky, farebbe male al presidente e al Gop in vista delle elezioni di Midterm del prossimo anno. Il 55% degli elettori di Trump dubita sia possibile un buon accordo con la Cina, e anche qui Bruxelles potrebbe complicargli la vita, continuando gli scambi con Pechino e lasciandolo solo in questo braccio di ferro cruciale.
Sul fronte dell’immigrazione, altro tema centrale della sua missione, secondo la Gallup il 79% degli americani dice che è una cosa buona. È un aumento del 15% rispetto al 64% che lo pensava un anno fa, e potrebbe essere una reazione alle sue iniziative più aggressive. Gli elettori della classe lavoratrice sono scontenti per i tagli al Medicad, che colpiscono molti neo repubblicani più poveri, e per l’interventismo dei bombardamenti in Iran o il possibile cambio di passo in Ucraina. Poi c’è la rivolta interna al movimento Maga per il caso Epstein. Trump è intervenuto in difesa della segretaria alla Giustizia Bondi, dicendo che i file segreti li hanno scritti i suoi avversari democratici per boicottarlo. Forse la conferma che c’è anche il suo nome dentro.