il Fatto Quotidiano, 14 luglio 2025
La sai l’ultima?
Hertz usa l’occhio di falco dell’AI per scoprire i danni dei clienti alle sue auto
Un altro buon motivo per diffidare dell’intelligenza artificiale: fa la spia. Grazie a lei non sarà più sufficiente restituire l’auto con il pieno e una passata di aspirapolvere: nel nuovo mondo dell’autonoleggio, anche un’ombra sulla portiera può trasformarsi in una multa. Succede con Hertz, colosso globale del settore, che ha adottato un sistema di scanner AI capace di rilevare ogni microscopico graffio o ammaccatura. Il sistema, sviluppato dalla società israeliana UVeye, fotografa l’auto da ogni angolazione all’andata e al ritorno. Poi l’intelligenza artificiale confronta le immagini e, se nota differenze, genera automaticamente un report di danno. L’umano interviene solo dopo, in caso di reclami. Secondo Hertz, meno del 3% dei veicoli analizzati presenta danni fatturabili. Ma per i clienti sorpresi da addebiti inattesi, la nuova trasparenza puzza di fregatura. La sensazione diffusa, tra chi ha avuto a che fare con l’occhione digitale, è che l’AI non solo vede più dell’occhio umano, ma fattura di più.
Emirati Arabi
Se rispetti i limiti di velocità in autostrada, i dossetti fanno suonare l’Inno alla gioia di Beethoven
Sulla strada E84 negli Emirati Arabi Uniti, poco prima di entrare nella città di Fujairah, è stato posato un rumble strip musicale: una striscia zigrinata che, se percorsa alla velocità giusta (circa 100 km/h), suona l’“Inno alla gioia” dalla Nona di Beethoven. L’installazione – lunga mezzo chilometro – è opera della Fujairah Fine Arts Academy, in collaborazione con le autorità locali. L’obiettivo, secondo il direttore Ali Obaid Al Hefaiti, è “diffondere la cultura artistica” fondendo musica e vita quotidiana. Non si tratta di una novità assoluta: esperimenti simili, noti come singing shoulders, sono già comparsi in altri Paesi, tra cui l’Iran. Ma qui, nel cuore dell’autostrada, non era mai successo che la sinfonia si trasformasse in disciplina: per ascoltarla bene, bisogna rispettare i limiti. Una soluzione elegante, armonica, per indurre al rispetto del codice della strada.
Washington
Trecento squinternati partecipano alla T-Rex Championship, una gara di corsa travestiti da tirannosauri
Alla faccia dell’estinzione, sono tornati, gonfiabili e velocissimi. A Emerald Downs, nello Stato di Washington, oltre 300 persone hanno partecipato alla T-Rex World Championship, la più prestigiosa e autorevole gara di corsa in costume da dinosauro. Nata nel 2017 come esercizio di team building per un’azienda di disinfestazione – che paradosso straordinario – la corsa è diventata un appuntamento di culto.. Quest’anno, oltre al trionfo del texano Andrew Stuber, si è vista anche una spettacolare novità, sempre in tema giurassico: tre T-Rex si sono lanciati con il paracadute prima di tagliare il traguardo. L’eleganza è sopravvalutata, un dettaglio che si può sacrificare, l’entusiasmo no. In un mondo sempre più cupo, chi sceglie di correre imbalsamato in un enorme vestito gonfiabile da da dinosauro, merita prima di tutto considerazione e rispetto. E solo dopo, eventualmente, una perizia che ne valuti la salute mentale.
Caserta
Buca le vasche borboniche e con tubi di 145 metri, ruba l’acqua alla Reggia di Caserta per portarla ai suoi campi
Potrebbe trattarsi di uno degli allacci abusivi più ambiziosi e spettacolari della storia. Alla Reggia di Caserta, le fontane borboniche sono state ridotte a pozze secche: non per siccità, ma per colpa di un imprenditore agricolo casertano che ha pensato bene di bucare l’Acquedotto Carolino – patrimonio UNESCO – per irrigare il suo terreno coltivato. Un tubo di 145 metri collegava abusivamente una vasca storica al suo fondo, con tanto di cisterna e impianto idraulico fai-da-te. Un furto d’acqua in piena regola, scoperto dai carabinieri dopo settimane di indagini sui misteriosi cali di pressione nella Reggia. Il 58enne è finito ai domiciliari con accuse che spaziano dal danneggiamento di bene culturale al furto aggravato, passando per gestione illecita di rifiuti agricoli. Il risultato? I giardini reali a secco, la vasca borbonica danneggiata e un’idea moderna di agricoltura ingegnosa, ma che sembra uscita da un trattato criminale più che da un manuale di botanica.
Usa
Mattel lancia sul mercato Barbie malata di diabete, una bambola con cerotto, sensore glicemico e insulina
Anche le Barbie possono avere il diabete di tipo 1. Mattel ha lanciato sul mercato una versione della sua iconica bambolina bionda, armata di sensore glicemico al braccio, il cerotto rosa a forma di cuore, la pompa per l’insulina e lo smartphone con l’app per controllare i valori. Un kit da manuale medico, trasformato in accessorio da gioco. La nuova versione – realizzata in collaborazione con la no profit Breakthrough T1D – promette inclusività e consapevolezza. Il diabete diventa parte della narrazione del gioco, e la malattia viene integrata nel regno delle fantasie infantili, senza vergogne o tabù. Barbie dunque non guiderà più solo la decappottabile rosa: conterà i carboidrati, regolerà l’insulina e porterà con plastificata grazia la sua patologia. Il mondo ideale secondo Mattel passa anche da qui: tra una maglietta a pois blu (simbolo della consapevolezza sul diabete) e la normalizzazione di una condizione che riguarda milioni di bambini. Speriamo che Barbie si possa permettere l’assicurazione sanitaria.
Trumpismi
Donald si complimenta con il presidente della Liberia: “Il tuo inglese è ottimo”. Ma è la lingua nazionale
La perla del giorno dal pianeta Trump. Durante un recente evento, Donald ha elogiato con trasporto il presidente della Liberia, Joseph Boakai, per la sua “sorprendente abilità” nel parlare inglese. Questo nonostante l’inglese sia la lingua ufficiale della Liberia da due secoli. Un lapsus? Forse. Ma anche trumpismo in purezza: quella miscela irresistibile di ignoranza storica e superiorità razziale nemmeno tanto mascherata. Perché se un africano parla inglese con scioltezza, evidentemente c’è qualcosa che non torna. La Liberia è stata fondata nel 1821 proprio da ex schiavi afroamericani spediti “liberi” in Africa da una società statunitense convinta di fare un’opera buona. Un esperimento paternalista e segregazionista che portò alla creazione di uno Stato modellato sugli USA, con bandiera simile, sistema presidenziale e, appunto, lingua inglese. Che Trump non lo sappia non stupisce. Ma che riesca a trasformare un incontro diplomatico in una barzelletta coloniale è un talento raro.
Grosseto
Entra dentro al supermercato con la macchinetta, parcheggia in corsia e chiede dove sta lo scaffale della birra
Un eccentrico anziano di Albinia, paesino in provincia di Grosseto, è un sostenitore delle soluzioni semplici: per affrontare con spensieratezza la fatica della spesa ha parcheggiato la sua minicar direttamente tra le corsie interne del Carrefour. Si è piazzato con eleganza tra gli scaffali della frutta e quelli delle offerte del giorno. Sembra che l’uomo ci avesse già provato in altri negozi della zona, ma senza successo: gli avevano sempre detto di no. Al Carrefour invece la sua intraprendenza è finalmente stata premiata: si è infilato con la sua vetturetta senza targa – che si può guidare senza patente – attraverso le porte automatiche, e ha chiesto al personale dove fosse lo scaffale della birra, per aggiungere un po’ di sprint alcolico alla sua già straordinaria creatività al volante. I commessi, più stupiti che altro, non hanno chiamato né carabinieri né vigili: l’anziano, dopo aver subito una rapida ramanzina, è uscito con la stessa classe con cui era entrato e ha lasciato la scena con grazia e mistero.