il Fatto Quotidiano, 14 luglio 2025
Intervista a Sandro Bondi
Sandro Bondi è stato principe della riconoscenza, teorico della devozione, del silenzio costruttivo, dell’omissione riparatoria.
Altro che questi qua!
Certamente ho espresso più volte e in diversi modi riconoscenza nei suoi confronti, come era giusto che fosse. Teorico della devozione forse è un po’ esagerato, ma è anche vero che spesso mi sono lasciato travolgere dal sentimento di devozione che va al di là della riconoscenza e non è sempre positivo. Una devozione che a volte mi ha fatto commettere errori.
Totus tuus: lei per Silvio Berlusconi è stato conquistato da un sincero amore politico.
Sì, l’affetto per l’uomo Silvio Berlusconi e la dimensione politica si erano fuse, senza possibilità di distinguerle l’una dall’altra.
Ad Arcore ha trascorso giorni e notti a elaborare le fondamenta della rivoluzione liberale. a fantasticare sulla palingenesi berlusconiana: tutti più felici, più liberi, e persino più ricchi. Poi, plof! Tutto è andato un po’ in malora. Perché?
Per tante ragioni: la morsa giudiziaria, che c’è stata e non si può negare. Il fallimento di una rivoluzione liberale che su temi decisivi come le tasse, il lavoro, una riforma organica della giustizia, è rimasta in mezzo al guado. E poi per diverse ragioni siamo sprofondati in una deriva senza ritorno.
Ha detto: Berlusconi, oltre i sorrisi un uomo molto complicato.
Sì, come tutti gli uomini geniali, era estremamente complesso, perfino enigmatico, anche per me che l’ho frequentato a lungo e in maniera profonda. E poi lui non ha mai amato realmente la politica, mentre io ho sempre creduto nel valore pedagogico della cultura politica.
Ora vive a Novi Ligure. La sua adorata compagna, Manuela Repetti, l’ha conosciuta a Montecitorio, ambedue deputati di Forza Italia. Ritiene che sia stata conquistata da lei per via della proverbiale compassione di Manuela per gli esseri viventi.
Abbiamo sempre di più avvertito un’affinità profonda sul valore della vita. La sua estrema compassione per gli esseri viventi è solo un aspetto della sua personalità, che oggi si è arricchita anche dal suo lavoro letterario molto apprezzato.
È così coinvolto nella comunione amorosa da essere scosso davanti al mistero della morte. Teme la fine.
Una volta Fedele Confalonieri mi chiese a bruciapelo perché avessi fede. Io gli risposi, presente Berlusconi, che non era possibile, anzi sarebbe stato terribile, non rivedere, in qualche modo, le persone che abbiamo amato in vita. Si, spesso il dolore più grande che provo è se, dopo la morte, rivedrò mio figlio Francesco, i miei genitori, Manuela, oppure no, ci sarà il buio eterno. Questo è anche il mistero irrisolvibile della fede.
Nel secolo scorso lei era potente. La sua compagna di poltrona già era Giorgia Meloni. Che ricorda con grande simpatia.
Sì, Giorgia Meloni, dopo le mie dimissioni da ministro per il crollo di un muro a Pompei, mi scrisse una lettera molto bella e sentita. Una delle poche testimonianze di solidarietà che ricevetti. Di lei ricordo la serietà, il rigore e lo studio dei dossier e la sua onesta passione politica. Tutti aspetti che Giorgia Meloni quotidianamente testimonia con il suo operato e che dà prestigio all’Italia. Con lei – lo ripeto – l’Italia è in buone mani. Io sono felice del suo successo, che riscatta anche la mia esperienza politica.
Non tutti sanno che lei è stato l’unico ministro della Cultura a non muoversi dalla sua stanza. Troppa paura dell’aereo.
C’è voluto tempo e pazienza ma ora lo prendo, seppure sempre con un po’ di tensione.
E non tutti sanno che lei è stato l’unico comunista ad essere berlusconiano col cuore e con la mente.
Nel Pci ero un rappresentante dell’ala migliorista e i miei riferimenti culturali erano Ragghianti, Calamandrei, Salvemini, Einaudi. Lo ricordai in un dibattito pubblico con Eugenio Scalfari.
Vede la tv? Sfoglia i giornali? Segue la politica? Come trascorre le sue giornate?
Seguo poco la politica, lo stretto necessario. Mi informo sulle grandi questioni della politica estera e leggo tanta letteratura che nutre lo spirito, l’unica cosa di cui ho bisogno oggi. Ma guardo anche la tv, specie i bei film, purtroppo sempre più rari.