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 2025  luglio 13 Domenica calendario

Picco di congedi. Conciliazione difficile in agosto

Il congedo parentale come misura estrema di conciliazione. In un Paese dove le vacanze scolastiche durano più di tre mesi quando chiudono gli oratori e i centri estivi l’unica soluzione praticabile, per chi non può contare su una rete familiare, è quella di “prolungare” le ferie utilizzando i congedi. Una tendenza analizzata dallo studio “Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità” realizzato da Fondazione Gi Group in collaborazione con Valore D.
Se si guarda al grafico dell’astensione facoltativa dal lavoro suddiviso per mesi, si tratta dei dati Inps relativi al 2022, si osserva un aumento consistente a partire dal mese di giugno, con un picco ad agosto. In media ci sono 100mila richieste da parte delle mamme rispetto alle 60mila di un mese più tranquillo come maggio. Assai più “piatto” l’andamento dei congedi di paternità che viaggiano in media sui 20mila al mese. «L’Italia è insieme ad Irlanda, Grecia e Malta uno dei pochi Paesi in cui ci sono più di 12 settimane di vacanze scolastiche – spiega Rossella Riccò, responsabile Area Studi e Ricerche di Fondazione Gi Group –, il calendario scolastico concentrato crea difficoltà alle famiglie rispetto ad altri Paesi dove le vacanze sono distribuite nel corso dell’anno e in estate si limitano ad otto settimane». Negli ultimi anni in generale si assiste ad un aumento della richiesta di congedi, che vengono “pubblicizzati” di più anche dai datori di lavoro. Soltanto due mesi di congedo facoltativo però sono retribuiti all’80% (quelli obbligatori a stipendio pieno sono cinque per le mamme). Troppo pochi secondo lo studio che ha “comparato” la situazione italiana con quella di Francia, Germania, Olanda, Spagna e Svezia per cercare di capire perché il tasso di occupazione femminile è stagnante.
Il confronto è impietoso. «Ci sono Paesi come Germania e Svezia, che assicurano il sostegno alla famiglia dal momento in cui nasce il bambino a quello in cui entra nella scuola dell’obbligo attraverso congedi ben pagati e la garanzia di posti negli asili nido e nelle scuole materne con orari prolungati – sottolinea Riccò –. In Francia il tasso di natalità è storicamente elevato per le misure fiscali a sostegno delle famiglie, in Olanda si punta molto sulla flessibilità volontaria e non imposta alle donne. Anche la Spagna, tradizionalmente simile a noi, garantisce congedi vantaggiosi dal punto di vista economico per otto mesi e congedi di paternità di quattro mesi». Fanalino di coda l’Italia dove le famiglie si trovano a dover fare tutto da sole senza servizi adeguati. Unica rete di salvataggio i nonni, ma anche questa sta “franando” per questioni demografiche. Oggi sono troppo anziani, considerando che si diventa genitori sempre più tardi, e spesso lontani, vista l’elevata mobilità interna per lavoro.
«Molti genitori si ritrovano con figli piccoli e genitori anziani a cui fare da caregiver» spiega la responsabile dell’Area Studi. Una “generazione sandwich” che si porta sulle spalle come un fardello ancora forti pregiudizi culturali che lasciano solo alle donne il lavoro di cura. Qualcosa però lentamente sta cambiando. Un esempio? Dal 2022 al 2024 i padri che hanno usufruito del congedo di paternità di dieci giorni sono passati dal 22% al 30% da 78mila a 124mila. «Sulla carta è obbligatorio ma in realtà molti non prendono perché hanno paura di ripercussioni sulla loro carriera» sottolinea Riccò. Il vero problema in Italia è che si spende troppo poco per i servizi – che sono essenziali per sostenere il tasso di natalità e quello di occupazione – appena il 15% della spesa totale per il sostegno alla genitorialità e troppo in trasferimenti (in particolare l’assegno unico) e congedi.
Tornando alle vacanze estive e alla difficile conciliazione d‘agosto le multinazionali sono le più attive, una su cinque offre rimborsi per i centri estivi, smartworking aggiuntivo o la possibilità di andare al lavoro con i figli, mentre le pmi si concentrano sulla flessibilità in termini di orario. La strada da fare è ancora tanta, considerando che sono sempre le donne a dovere trovare un difficile equilibrio tra impegni in ufficio e cura della famiglia. Tra casa, figli e genitori ogni settimana dedicano in media qualcosa come 20 ore. Avrebbero bisogno di una settimana di otto giorni, soprattutto in estate.