Il Messaggero, 13 luglio 2025
Intervista a Fabio Canino
Arrivato a 62 anni li compie il 15 agosto – Fabio Canino nel mondo dello spettacolo ha fatto di tutto: in teatro ha scritto, diretto e interpretato Fiesta, il suo riuscito omaggio a Raffaella Carrà che va in scena ormai da 25 anni; per il cinema ha girato tre film, fra cui Fratelli coltelli con Simona Ventura (non proprio un capolavoro); in radio dal 2011 al 2020 ha condotto con LaLaura (la giornalista e autrice tv Laura Piazzi) il riuscitissimo Miracolo italiano per Rai2, dal 2022 diventato I miracolati su Radio Capital. In tv dopo Macao su Rai2, Le Iene e il celebrato Cronache marziane su Italia 1, dal 2007 è giurato di Ballando con le stelle su Rai1, il popolarissimo game show di Milly Carlucci.
Come se la passa adesso?
«Mi sento un po’ grasso, ma è colpa mia. Il convivio per me è fondamentale e ogni occasione è buona per mangiare. Detto questo, sto bene: non mi posso lamentare».
Pochi giorni fa, a Napoli, è stato alla presentazione del nuovo palinsesto Rai per la prossima stagione: com’è andata?
«Non sono adatto a questi incontri ufficiali, divento fantozziano. Non so fare pubbliche relazioni e finisce sempre che mi metto da una parte a chiacchierare solo con le persone che già conosco. Di buono c’è che osservo tutto e tutti».
E cosa ha visto?
«I nuovi raccomandati che volevano fare amicizia con quelli che al contrario, sapendo tutto, non volevano avere contatti con loro. Mi sono divertito».
Ce n’erano tanti?
«Abbastanza».
Qualche nome?
«Per carità, mai. C’erano anche tanti nuovi dirigenti. Sa, quando cambia un governo si rinnova tutta la struttura: a volte può arrivare uno che prima magari faceva il manager dell’Enel e adesso si trova a dover interagire con gli artisti e a organizzare programmi. Anche questo mi fa molto ridere...».
Non dico i nomi, ma almeno le iniziali le può fare?
«Nooo... Tanto vanno e vengono».
Il prossimo sarà il suo diciottesimo anno a “Ballando con le stelle": come si fa a navigare così a lungo in Rai?
«Bisogna solo pensare a lavorare. E poi è un programma fatto benissimo, che funziona e con il tempo migliora sempre di più. Adesso con i social abbiamo conquistato anche il pubblico dei giovani. Evidentemente anche loro vogliono vedere un vero show del sabato sera con le luci, il balletto e l’atmosfera giusta. Con tutto il rispetto, lo studio di Amici sembra una palestra, i giovani sono vestiti male, c’è il neon... Noi abbiamo un’altra qualità. E ospitiamo inserimenti di modernità e inclusione mai visti prima: trans, drag, due uomini insieme, una ballerina senza una gamba... Ballando è il programma più aperto della tv italiana. E il pubblico, come sempre, è molto più avanti di chi queste produzioni si trova a gestirle».
Se si guarda indietro l’avrebbe mai detto di stare 18 anni nel cast di “Ballando”?
«Mai. Io quando Milly me lo chiese la prima volta neanche volevo farlo: non pensavo di essere adatto. Venivo da Cronache marziane, un programma all’avanguardia che ancora oggi copiano in tanti, uno dei maggiori successi di Italia 1».
Allora perché si fecero solo due stagioni?
«Perché costava tanto e perché non piaceva all’allora direttore di Italia 1, Luca Tiraboschi. Che mi fece fare un altro show, Frankenstein, quando io volevo andare avanti proprio con Cronache marziane. Visto che non mi sentivo più capito né apprezzato, nel 2007 me ne andai in Rai».
E su Rai2 fece un flop clamoroso in prima serata con “Votantonio": dopo ha mai proposto altro all’azienda?
«Certo, le idee non mi sono mai mancate. Però se anni fa era normalissimo che un conduttore fosse gay, adesso è motivo diciamo così – di discussione. Siamo tornati molto indietro».
Addirittura? Con questa nuova dirigenza?
«Non solo con questa, da tempo. Per andar bene devi essere un gay di regime, il giullare di corte. Quello riconoscibile e caricaturale, uno che rassicura».
Un po’ come Cristiano Malgioglio?
«Sì, certo».
E ha avuto difficoltà per questo motivo?
«Sicuramente c’è sempre qualcuno che passa avanti. E poi in Italia la figura dell’agente è fondamentale. E ce ne sono due-tre che sono potentissimi...».
Lei non lavorava con Lele Mora?
«Ai tempi delle Iene, nel 1998, ma tornai da Luisa Pistoia poco tempo dopo. Pur sapendo che i famosi circoletti chiusi non ci sono solo nel cinema, per me conta il rapporto umano».
Il suo sogno adesso qual è?
«Sto bene così. Ho anche trovato l’amore. Il recente grande cambiamento della mia vita è quello. Per quasi sessant’anni ho sempre pensato di non meritarmi un compagno, poi tre anni fa ho conosciuto Emanuele».
Che lavoro fa?
«Lo stilista. Ci siamo conosciuti, ha insistito per un mese telefonando tutti i giorni e poi è successo. Andava così bene tutto che dopo un po’ una mia carissima amica l’ha fatto seguire. Niente. Nessuna magagna. Stiamo insieme da tre anni, lui si è trasferito da Rimini a Roma e abitiamo a casa mia. Per me è la prima convivenza. È tutto nuovo: ascolto di più e sono diventato più accondiscendente. Ho imparato a dire noi».
Formalizzerete il vostro rapporto con un’unione civile?
«Il mio compagno ha 32 anni, è troppo giovane. Lui vorrebbe, ma perchè rovinargli la vita? Va bene così».
Per il resto, in generale, ha avuto quello che si meritava?
«Non sono nato per essere un numero uno, ma faccio quello che mi piace e mi sono tolto tante soddisfazioni. Quando per esempio ho scritto Le parole che mancano al cuore, il mio romanzo sui calciatori gay, mi hanno chiamato al Parlamento europeo a presentarlo, cosa che non avrei mai immaginato. Sono contento così».
L’errore che più le dispiace di aver fatto qual è?
«Aver accettato al mio arrivo su Rai2, nel 2007, Votantonio. Se avessi fatto un altro programma, forse la mia carriera sarebbe stata diversa».
Con i colleghi di “Ballando con le stelle” quanto è difficile la convivenza?
«Non lo è mai. Siamo liberi di dire quello che vogliamo e anche se non siamo sempre d’accordo, sappiamo bene che stiamo facendo televisione, non operazioni a cuore aperto. Io poi dopo una vita in teatro non lavoro più con persone con le quali non riesco ad avere un rapporto umano. Troppo faticoso».
Quando quest’anno Guillermo Mariotto ha lasciato il programma cosa è successo in studio?
«Milly non poteva crederci. La tv vive di rituali e regole prese molto sul serio da tutti quelli che la fanno. Uno che improvvisamente si alza e se ne va durante una diretta fa saltare ogni schema. Ma Guillermo è fatto così, ha sbalzi d’umore frequenti, però fa molto ridere».
In vacanza ci va?
«Sì, è un’altra cosa che ho imparato a fare. Prima di Emanuele avevo sempre paura di andar via perché temevo di non trovare più lavoro. Ora posso anche sparire per due mesi, tanto non succede nulla. Ballando riparte il 27 settembre e fino ad allora mi rilasso. La prossima settimana partiamo per Cracovia, dicono tutti che è bellissima. E poi c’è la mia Toscana».
Va anche lì?
«No. Vorrei trovare il modo di tornarci. Quando sono morti i miei genitori io e i miei fratelli abbiamo venduto tutto quello che avevamo a Firenze. Non volevamo avere più nessun rapporto con quella realtà. Adesso, invece, vorrei riavvicinarmi. Le radici chiamano. Mi piacerebbe affittare un appartamento, una casetta, anche fuori città».
Ha conti in sospeso con qualcuno?
«In quanto gay c’è sempre qualcuno che fa una battuta e mi manca di rispetto. Negli ultimi due anni ho notato che il clima è peggiorato, ma alla fine strapperò tutti i conticini. Chissenefrega».