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 2025  luglio 13 Domenica calendario

Golden power su Bpm il Tar accoglie a metà il ricorso di Unicredit

Arriva la sentenza del Tar del Lazio sul golden power imposto dal governo all’operazione Unicredit-Banco Bpm. Ma non dissipa tutti i dubbi sull’avanzamento o meno dell’offerta pubblica di scambio che è in corso e ha come scadenza il 23 luglio.
Il Tar ha accolto parzialmente il ricorso presentato dalla banca guidata da Andrea Orcel, annullando in parte due punti sui quattro contestati. Il primo imponeva di «non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto impeghi/depositi praticato da Banco Bpm e Unicredit in Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e Pmi nazionali», ed è stato annullato il riferimento al profilo temporale, 5 anni, giudicato sproporzionato. Il secondo riguardava l’obbligo di mantenere il livello del portafoglio di project finance, e qui il Tar ha detto che non può essere a tempo indeterminato ma deve avere un termine. Nessun rilievo invece sulla prescrizione del Dpcm che impone l’uscita dalla Russia di Unicredit e sulla necessità di mantenere gli investimenti in asset italiani di Anima.
Nonostante la complessità della materia a prima vista tutti i contendenti si dichiarano soddisfatti. «UniCredit accoglie con favore la decisione odierna del Tar che ha accolto il suo ricorso, ritenendo illegittimo l’uso del golden power e richiedendo l’emissione di un nuovo decreto», ha affermato un portavoce di UniCredit. Ma anche il Mef è soddisfatto, perché ritiene che sia stata ribadita la legittimità dell’utilizzo del golden power.
Dal canto suo Banco Bpm «prende atto della sentenza del Tar Lazio con la quale viene riconosciuto il corretto operato del governo e, in particolare, viene confermata la sostanziale legittimità delle prescrizioni contenute nel Dpcm di aprile. Ora Unicredit faccia chiarezza sulle proprie intenzioni in merito a un’Ops, che si chiuderà il 23 luglio, dopo oltre 8 mesi dall’annuncio». A questo punto, però, nessuno è in grado di dire che cosa succederà. Sicuramente il governo dovrà mettere mano al Dpcm del 18 aprile riscrivendo le parti annullate dalla sentenza. Ma potrebbe essere una semplice integrazione di poche righe mentre i legali di Unicredit sostengono che deve essere riscritto comprendendo diverse parti indicate dalla sentenza. I tempi di questa riscrittura inoltre non sono indicati, e dunque si potrebbe andare oltre il 23 luglio.
Nel frattempo Unicredit deciderà se andare avanti con l’Ops o meno? «UniCredit continua a valutare l’evolversi della situazione e prenderà tempestivamente tutte le decisioni necessarie», ricorda il portavoce. L’organo competenteè il cda e potrebbe essere convocato a breve, anche prima della ripartura dei mercati. Se lo augurano dalle parti di Banco Bpm: «Unicredit faccia chiarezza sulle proprie intenzioni in merito a un’Ops, che si chiuderà il 23 luglio dopo oltre 8 mesi dall’annuncio».
La banca di piazza Gae Aulenti potrebbe aspettare ancora, non sapendo come effettivamente verrà riscritto il decreto e aspettando che anche la Ue batta un colpo, visto che ha annunciato l’invio di una lettera al governo sull’utilizzo del golden power. Secondo indiscrezioni giunte da Bruxelles la lettera potrebbe arrivare a inizio settimana e solo questa, forse, riuscirà a mettere la parola fine alla questione.