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 2025  luglio 11 Venerdì calendario

Granchio blu, la crisi continua ma lo Sri Lanka se lo compra

L’ultima speranza è un’arma acustica, presentata poche settimane fa al ministero delle Imprese e Made in Italy, che dovrebbe creare una barriera in grado di allontanare il crostaceo. L’ultima certezza è che il problema ormai non riguarda solo l’Alto Adriatico. Due anni dopo lo scoppio dell’emergenza granchio blu, in particolare sul delta del Po e nella laguna veneta, i crostacei d’origine centramericana – che nel Mediterraneo hanno trovato casa 70 anni fa, ma solo negli ultimi anni stanno proliferando – sono ancora lì, si espandono e l’Italia ancora non ha capito come liberarsene. Ma c’è un piano, ora, che porta in Sri Lanka.
Come detto, il boom improvviso si è registrato nel 2023: +550% di catture in Veneto, +940% in Emilia-Romagna. Reti distrutte, vongole divorate, attenzioni mediatiche, panico, emergenza, appelli alla politica, proteste. Che, con un po’ di ritardo, hanno portato nel settembre 2024 alla nomina e all’insediamento dell’ex prefetto di Rovigo e Ravenna Enrico Caterino come commissario straordinario all’emergenza granchio blu, dotato di una struttura di sette unità prese in prestito da altrettanti ministeri (Turismo, Economia, Infrastrutture, Ambiente…). Alla metà di novembre c’era già un piano da 50 milioni totali, consistente, in estrema sintesi, in fondi per il ripopolamento degli allevamenti di vongole; nella creazione di strutture idonee a contenere l’invasione; in incentivi (e formazione) per la cattura selettiva. Ad aprile 2025 un’ordinanza ha fissato i parametri per la pesca selettiva, la commercializzazione, lo smaltimento e i rimborsi. Non poco, per la filiera della pesca, che si è trovata da una parte aiuti concreti per la pesca di una specie che ha ancora commercializzazione limitata, e dall’altra la possibilità di ripartire con allevamenti meglio difesi. Il commissario Caterino dice al Fatto che sta andando bene, stando ai dati preliminari. I granchi paiono essere meno dell’anno scorso (ma sempre nell’ordine delle migliaia di tonnellate), e gli allevamenti meglio protetti. “Se funziona si potrà usare il modello anche in altre regioni. Stiamo provando a diversificare, ad esempio con le ostriche, che sono più resistenti”, spiega.
Ma il granchio va più veloce della burocrazia italiana. Nel 2024 in Veneto sono transitate per i mercati ittici regionali 1894 tonnellate di granchi blu, quasi il doppio dell’anno precedente. Il consorzio della pesca di Goro nel 2025 ha esportato in tutto il mondo oltre 1.100 quintali di granchio blu (110 tonnellate): tre container verso la Corea del Sud, un altro verso gli Stati Uniti, e 200-300 quintali sono stati destinati al mercato nazionale. Negli scaffali dei supermercati ormai non è difficile scovarlo.
Ma parliamo ancora di una piccola percentuale rispetto al pescato. E, soprattutto, in quest’estate gli allarmi arrivano da regioni che non sono incluse nei decreti per aiuti e indennizzi, cioè Toscana, Marche, Sicilia, Sardegna, Lazio e altre ancora. A Orbetello i granchi erano morti in massa nell’estate 2024, insieme ai pesci della laguna, ma sono tornati più numerosi di prima. Nella costa marchigiana stanno diventando una presenza costante, con appelli sui giornali simili a quelli che due anni fa arrivavano dal Delta del Po. Caterino spiega che le segnalazioni arrivano da diverse lagune e stagni lungo la costa, ma le regioni non hanno ancora fornito i dati per quantificare i danni: complice il cambiamento climatico, gli ambienti ideali per il crostaceo alieno aumentano.
Lo stato paga 1 euro al chilo per la cattura, 50 centesimi per lo smaltimento. Servirebbe però qualcuno che lo commercializzi. Interessamenti sono arrivati dall’estero, ammette il commissario: Usa, Turchia, Tunisia. Ma solo una compagnia sta già facendo sul serio: la multinazionale srilankese Taprobane, che, come aveva spiegato Caterino in parlamento nel novembre 2024, punta a comprare tutto il granchio blu italiano, senza distinzioni. “Se lo comprano loro, non dobbiamo rimborsare i pescatori, un risparmio”, chiarisce il commissario, che però, ricorda, il granchio deve contenerlo, non venderlo. Quindi a gestire le trattative sono i vari consorzi di pescatori. La compagnia dello Sri Lanka dopo qualche rallentamento burocratico è già sbarcata in Veneto, con strutture che saranno operative al 100% a fine estate. Il granchio blu (neo) italico verrà precotto, raffreddato, congelato, e portato in Sri Lanka per la lavorazione e commercializzazione. Niente granchio blu Igp, però. Almeno per ora.