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 2025  luglio 10 Giovedì calendario

Con il parco macchine più vecchio d’Europa

La spinta al cambiamento e all’innovazione cresce. Le auto stanno diventando dei super computer su quattro ruote con una miriade di dispositivi e soluzioni ingegneristiche che le rendono più sicure ed ecologiche. I risultati del progresso si scontrano però con i numeri crudi che fotografano una situazione diversa da quella sperata: passano gli anni, ma le auto in Italia sono sempre più vecchie.

Secondo i dati dell’annuario statistico dell’Aci (Automobile Club d’Italia), il parco circolante italiano perde colpi, mese dopo mese. Nel 2024 l’età media dei 41 milioni di veicoli che tutti i giorni percorrono le strade del nostro Paese è di 13 anni, un dato tra i più alti d’Europa e addirittura in crescita di due mesi rispetto al 2023. La situazione non migliora quando si scopre che le auto con classe ambientale Euro 0-3, quelle più inquinanti che hanno almeno 19 anni e bandite nella maggior parte delle città del Nord, sono il 24% circa del totale (poco meno di una su quattro).

A questo si aggiunge un altro record negativo. Nel 2024, le vetture circolanti sono cresciute di 425 mila unità. Questo dato, unito a una popolazione pressoché costante, porta ad avere un rapporto tra autovetture e popolazione residente sempre più alto, pari a 701 macchine per ogni mille abitanti. Se si considera, invece, il totale dei veicoli, il rapporto è di 942 vetture ogni mille abitanti. Insomma, siamo pieni di vecchie auto (non ci riferiamo ai veicoli di interesse storico) che nella maggior parte dei casi vengono utilizzate per spostamenti quotidiani. In questo ambito, entrambi sono gli indici più alti in Europa se confrontati con gli altri mercati del Vecchio continente. In Germania l’età media non supera i 10 anni, in Francia si ferma a 10,8, mentre in Austria, Regno Unito e Danimarca scende addirittura sotto gli otto anni.

Un fenomeno diffuso in maniera più o meno uniforme in tutto il Paese, anche se restano evidenti differenze tra le singole Regioni. Secondo l’analisi dell’osservatorio di Facile.it, società di comparazione di prodotti assicurativi, le auto più vecchie circolano in Sicilia, dove a maggio l’età media ha raggiunto il record dei 14 anni, uno in più rispetto alla media nazionale. Seguono Basilicata, con 13 anni e 11 mesi, Calabria e Sardegna a pari merito, dove i veicoli hanno raggiunto 13 anni e otto mesi. Ai piedi del podio ci sono il Molise e la Puglia con 13 anni e 6 mesi.
Gli svantaggi
Una situazione che si riflette sulla sicurezza, l’inquinamento e sui costi di mantenimento

Al Nord la situazione migliora, ma non di molto. È la Toscana la regione dove circolano le auto più «giovani»: qui l’anzianità dei veicoli raggiunge gli 11 anni, dodici mesi in meno rispetto al valore medio nazionale. Seguono la Lombardia, con 11 anni e sette mesi, e il Lazio con 11 anni e otto mesi. Tra le regioni più virtuose ci sono l’Emilia-Romagna (con 11 anni e 11 mesi) e il Piemonte (12 anni e un mese).

Una situazione che si riflette sulla sicurezza delle vetture che guidiamo tutti i giorni, sull’inquinamento (più un’auto è nuova e più il suo motore sarà efficiente) e, soprattutto, sui costi di mantenimento. Con l’età, infatti, sono contestualmente cresciute anche le spese che gli italiani devono affrontare per mantenere le proprie vetture. L’anno scorso gli automobilisti del nostro Paese hanno speso per i propri veicoli più di 165 miliardi di euro, ben 5 miliardi in più rispetto al 2023 (+3%). Le principali voci riguardano l’acquisto e l’ammortamento (53 miliardi di euro) e il carburante (41 miliardi), visto che le auto vecchie consumano di più. Due importi che insieme valgono oltre il 57% della spesa totale. A proposito di invecchiamento, seguono manutenzione e riparazione per un valore che supera i 29 miliardi di euro, mentre il costo medio per l’utilizzo dell’auto è stato di circa 4 mila euro.
Soluzioni? L’industria chiede incentivi a lungo termine che sostengano la transizione ecologica e siano realmente sfruttabili anche dai cittadini. In molti ci hanno provato, in pochi, finora, ci sono riusciti.