il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2025
Cretinetti
Un tempo c’era il gioco dell’estate: l’Hula hoop, lo Yoyo, il Frisbee. Ora è la volta del Mena-Tajani (con la variante cirenaica del Mena-Piantedosi). Il sagace vicepremier e ministro degli Esteri (all’insaputa dei più) prende botte da tutti: Meloni, Salvini, Marina B. e persino Pier Silvio, l’altro titolare della ditta. Tant’è che l’altro giorno si è portato avanti e si è menato da solo: “Sono il ministro degli Esteri più sfigato della storia: due guerre, guerra commerciale… Esce sempre qualcosa da fare all’ultimo momento con tutto quel che succede”. Eh sì, dura la vita del Tajani. Il lunedì ti tocca dare ordini a Netanyahu, il martedì a Khamenei, il mercoledì a Trump e Zelensky, il giovedì a Putin, il venerdì a Xi, il sabato agli europei che si scordano sempre d’invitarti e la domenica ti chiedono tutti all’unisono chi diavolo sei.
Prima di lui nel mondo non succedeva niente. Poi si scatenò l’inferno. Appena entrò alla Farnesina, raddoppiarono gli sbarchi di migranti e lui, con Crosetto, diede la colpa alla Wagner. Poi parlò con Netanyahu e gli si spalancò un mondo: “Ho discusso lunghi minuti con lui di crisi migratoria. Lui ha guardato sulla grande cartina della sala riunioni… e ha detto: ‘Voi siete circondati dal mare, per voi è molto più difficile’”. Diavolo d’un Bibi: gli bastò un’occhiata alla cartina per scoprire ciò che nessuno, men che meno Tajani, aveva mai sospettato: l’Italia è circondata dal Mediterraneo. Ma, mentre lui studiava le prime contromosse, esplose Gaza e arrivò Trump. Glielo fanno apposta, come al “cretinetti” Alberto Sordi nel Vedovo: “Non me lo dovevano riaprire il canale di Suez. Ma come: prima me lo chiudete e poi me lo riaprite proprio nel momento in cui sto speculando sulla benzina? Allora ce l’avete con me!”. Poi la mazzata di Pier Dudi, che è il Tajani di Mediaset visto che non azzecca un programma, quindi è pronto per la politica: “In FI servono volti nuovi e lo Ius Scholae non è una priorità”. Ma come: Tajani aveva appena bissato la gag dell’estate scorsa, quando si era tirato dietro il Pd e i giornaloni, salvo poi votarsi contro da solo. E il Pd e i giornaloni ci stavano ricascando, arrapatissimi dall’asse demo-forzista che già è un tutt’uno sul riarmo. Lui sfidava FdI e Lega: “Li convincerò, ma siamo pronti a votare con la sinistra”. E già si vedeva al Quirinale. Invece niente: Pier Coso gli rompe le uova nel paniere sul più bello. E lui deve rimangiarsi tutto, sennò gli salta non solo la presidenza della Repubblica, ma pure di FI: “Anche per me lo Ius scholae non è una priorità, l’ho sempre detto. Io e Pier Silvio siamo in perfetta sintonia. Magari scendesse in politica!”. Com’è umano, lei. Manca poco che neghi di chiamarsi Tajani. Ma allora ditelo che ce l’avete con lui.