ilmessaggero.it, 10 luglio 2025
Papa Leone XIV, il riformismo moderato passa dalle scarpe: dal mocassino rosso di Ratzinger alle ortopediche di Bergoglio, "la terza via"
A volte sono i dettagli a svelare quale sarà la direzione di marcia dei pontificati: la “terza via” di Leone XIV impegnato a trovare una sintesi tra la tradizione di stretta osservanza ratzingeriana e la revolucion di Bergoglio, passa anche dalle scarpe. Dal mocassino di finissimo color rosso cupo – naturalmente una tonalità particolare che rimanda al sangue dei martiri – ad uno stiloso mocassino nero, certamente più presentabile rispetto agli scarponcini ortopedici scalcagnati e consunti di Bergoglio.
La tradizione
All’inizio, infatti, per i papi dell’età contemporanea erano consentito solo dei mocassini di marocchino rosso cupo. Generalmente era un benemerito calzaturificio di Vigevano che si tramandava la tradizione da padre in figlio fornendo scarpe a cominciare da Pio XI, poi Pio XII, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Un paio di quei mocassini furono consegnati personalmente anche a Benedetto XVI in occasione della sua visita proprio a Vigevano. Con Papa Bergoglio, invece, che aveva problemi ai piedi e posturali, il mocassino rosso papale è finito in soffitta. Un po’ per una sua personale insofferenza a questi simboli, considerati retaggi di una Chiesa ingessata, quando lui predicava la Chiesa in uscita. Una volta andò personalmente a misurarsi delle scarpe ortopediche in un negozio di articoli sanitari vicino alla zona del Vaticano, mandando in tilt l’apparato di sicurezza e scatenando la curiosità della folla. Lui si forniva generalmente da un calzolaio argentino originario di Feltre, in Veneto, Carlo Samaria (recentemente scomparso) del quale era cliente sin da quando era cardinale in Argentina. Si faceva fare calzature ortopediche nere che portava fino alla consunzione perchè le trovava più comode. Le stesse scarpe che i fotografi hanno immortalado migliaia di volte sotto la talare bianca. Un giorno Samaria, interpellato da alcuni giornalisti, spiegò che usava una tomaia liscia in cuoio di vitello, con i lacci, senza alcuna decorazione ma una caratteristica precisa: la comodità assoluta, anche perchè le faceva su misura, tenendo a mente la pianta del piede del pontefice.
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La scelta di Leone XIV
Con Leone XIV anche la scarpa chiusa ortopedica nera è finita in disuso. Lui ha inaugurato una nuova stagione, quella dei mocassini neri, una sorta di terza via tra la consuetudine dei predecessori e l’informalità che aveva sdoganato Francesco per via dei suoi problemi ai piedi. Antonio Arellano, un noto calzolaio di Borgo Pio (che aveva già donato un paio di mocassini rossi a Benedetto XIV) ha portato un nuovo paio di scarpe nuove a Papa Leone. Stavolta un mocassino nero, raffinatissimo, naturalmente fatto a mano con il miglior pellame; differente da quello rosso di Ratzinger e nello stesso tempo di “rottura” rispetto a Francesco. In un video pubblicato sui social Arellano mostra personalmente a Leone XIV la sua creazione durante una udienza privata nel palazzo apostolico. Le immagini a corredo fanno poi vedere come prepara a mano le scarpe, un’arte imparata da ragazzo portata avanti con passione. Le buone scarpe, dice, iniziano con la scelta del modello, dei materiali e prestando attenzione ai particolari più nascosti, come le cuciture, le rifiniture, il ripasso con la cera.
Nei secoli passati i mocassini rossi venivano usati solo all’esterno (mentre all’interno i pontefici indossavano delle pantofole di velluto morbidissime). Si trattava di calzature provviste di una croce d’oro ricamata lunga tutta la lunghezza del fronte della scarpa, ben visibili quando i pontefici usavano la sedia gestatoria. Con gli anni questa croce si è via via accorciata, come mostrano tante calzature papali del XVIII secolo conservate nei musei. Dopo il 1958, Giovanni XXIII fece aggiungere delle fibbie d’oro mentre Paolo VI in seguito eliminò sia la croce in oro presente sul fronte della scarpa che la fibbia. Naturalmente abolendo anche il famoso bacio devozionale alla pantofola.